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Tumori, le 'donne di Veronesi' si raccontano, omaggio di Ozpetek e Verdone

07 maggio 2014 | 17.36
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Tumori, le 'donne di Veronesi' si raccontano, omaggio di Ozpetek e Verdone

(Adnkronos Salute) - Festeggiare i 20 anni dell'Istituto europeo di oncologia di Milano, "dedicandosi all'ascolto dei pazienti che resteranno sempre al centro. Perché ascoltare è parte della cura. Quindi sentitevi libere di esprimervi con pacifismo". E' il messaggio dell'oncologo Umberto Veronesi ad accogliere questa mattina le pazienti operate al seno nell'Irccs di via Ripamonti. Le 'donne di Veronesi', che come ogni anno si riuniscono nel capoluogo lombardo per condividere emozioni ed esperienze, nella cornice dell'evento 'Ieo per le donne'. Lo scienziato, anima dell'Ieo, per la prima volta ha mancato l'appuntamento: "Un inconveniente fisico non mi permette di essere lì con voi", spiega nel messaggio letto dalla senologa e scrittrice, Maria Giovanna Luini. Ospite d'onore della giornata il regista Ferzan Ozpetek, amico dell'oncologo, reduce dalla sua ultima fatica: 'Allacciate le cinture', un film che, spiega l'artista, affronta il tema del tumore al seno, ma "non parla di cancro, piuttosto di una storia d'amore". Un intervento, il suo, seguito dalla 'video-sorpresa' di un altro regista, il romano Carlo Verdone, che ha voluto lanciare un messaggio di incoraggiamento alle donne Ieo. Ozpetek, una vita circondato da donne: "Non ho avuto un papà fino all'età di 7 anni. Sono cresciuto in una casa al femminile: mamma, nonna, zia, sorella e due donne di servizio. Mi mancava la figura paterna, ritrovata più in là, ma crescendo ho capito che un uomo, e in particolare un regista, quando ha un lato femminile forte, ha qualcosa in più". Ozpetek che si inventa "mille malattie" tutti i giorni ("per questo amo medici", ironizza), racconta la genesi del suo film. "Otto anni fa una mia amica stava tanto male, per una malattia devastante, molto forte. Ho deciso di organizzare una cena, anche con Veronesi, e altre 40 persone, volevo farla sorridere. Si chiacchierava e le ho chiesto come andasse con il marito, se ci fosse ancora intimità e desiderio. Lei mi ha detto di sì. Li ho guardati, ho pensato che dovevo scrivere una storia d'amore come questa. Un vero amore il loro, quello che supera la fisicità, anche quando interviene una malattia che trasforma il proprio compagno di vita". Per Ozpetek "bisognerebbe parlare il più possibile di cancro, prenderlo a schiaffi. Io ho fatto un film in cui si vede una donna con pochi capelli. Ha funzionato. Non dobbiamo permettere che la paura prenda il sopravvento". Ozpetek ha chiesto una consulenza scientifica prima del film (con Luini, attraverso l'Airc), era curioso della quotidianità delle persone che per un certo periodo incontrano un tumore. Storie reali. "Come quando Serra Yilmaz", attrice 'culto' di Ozpetek, "con cui ho girato 5 film ha sbloccato una situazione difficile su un set ambientato in un bagno turco: le comparse, delle donne turche, non volevano girare la scena che prevedeva il seno nudo. Serra dice ad alta voce: 'Io ho avuto un cancro, sono stata operata, ho un seno più piccolo e uno più grande, se ti vado bene mi metto nuda'. E' sceso il silenzio, le donne hanno superato la loro vergogna, si sono convinte e abbiamo girato la scena". Il coraggio di parlare, di condividere, è fondamentale per Veronesi che, nel suo messaggio, ne parla come di un arma che contribuisce a vincere una malattia "che deve essere a tutti i costi eliminata dal pianeta". Sul palco si sono alternati dirigenti e camici bianchi dell'Ieo, scrittori e soprattutto le donne, anche pazienti giovanissime, di 25 e 36 anni, che hanno raccontato la loro personale battaglia con la malattia. "Vi voglio dire di non abbattervi - sottolinea Verdone nel suo intervento video - Non è la solita frase. Non perdete la fiducia, la speranza: i farmaci fanno uno scatto in più, ci sono medici specializzati. Fidatevi anche delle persone che hanno già avuto questo problema. Spero che le mie parole, e i miei film, possano esservi serviti a qualcosa".

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