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Tumori, studio: in Italia mortalità più alta nelle aree più inquinate

26 settembre 2022 | 10.42
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Tumori, studio: in Italia mortalità più alta nelle aree più inquinate

In Italia si muore di più per tumore nelle aree con un maggior inquinamento ambientale. E' la conclusione di un gruppo di studiosi dell'Università di Bologna, dell'Università di Bari e del Cnr, che ha analizzato con innovativi e sofisticati metodi di intelligenza artificiale i legami tra mortalità per cancro, fattori socioeconomici e fonti di inquinamento ambientale in Italia, su scala regionale e provinciale. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista 'Science of the Total Environment', mentre su 'Nature Scientific Data' sarà pubblicato l'intero dataset decennale con i tassi di mortalità tumorale per tutti i Comuni italiani, accessibile gratuitamente.

L'équipe ha preso in considerazione 35 fonti ambientali di inquinamento (industrie, pesticidi, inceneritori, traffico automobilistico), rilevando che tra queste la qualità dell'aria è al primo posto per importanza per quanto riguarda l'associazione col tasso medio di mortalità per cancro. Seguono la presenza di siti da bonificare, le aree urbane, la densità dei veicoli a motore e i pesticidi. La provincia con tasso di mortalità da tumore più alto nel decennio 2009-2018 è risultata Lodi, seguita da Napoli, Bergamo, Pavia, Sondrio e Cremona. La prima provincia del Centro Italia è Viterbo (11esima posizione), seguita da Roma (18), mentre al Sud, oltre alla provincia di Napoli al secondo posto, solo quella di Caserta (ottava) rientra nelle prime 10 per mortalità da tumore.

"Dalla nostra analisi è emerso che, contrariamente a quanto creduto finora, la mortalità per cancro tra i cittadini italiani non ha una distribuzione né casuale né spazialmente ben definita - spiega Roberto Cazzolla Gatti, professore al Dipartimento di scienze biologiche, geologiche e ambientali dell'Università di Bologna e primo autore dello studio - La mortalità per tumore supera, invece, la media nazionale soprattutto dove l'inquinamento ambientale è più elevato, anche se si tratta di zone in cui le abitudini di vita sono in genere più sane".

Altre specifiche fonti ambientali di inquinamento si sono rivelate significative per la mortalità di alcune tipologie di cancro, come la presenza di aree coltivate associate alla mortalità per tumori al tratto gastrointestinale, la vicinanza a strade e acciaierie per il cancro alla vescica, le attività industriali in aree urbane per il tumore alla prostata e i linfomi.

"Questi risultati non mettono in discussione, ovviamente, il fatto che uno stile di vita più sano aiuta a ridurre il rischio di cancro - sottolinea Cazzolla Gatti - così come non contestano gli sforzi per arrivare a comprendere le basi genetiche che possono favorire l'insorgere dei tumori, ma ci danno buone ragioni per credere che vivere in un'area altamente inquinata può annullare i benefici che si ottengono con uno stile di vita sano e indurre lo sviluppo di tumori con una frequenza maggiore".

Secondo l'esperto, "questo potrebbe spiegare il motivo per cui abbiamo osservato che le persone che vivono nelle regioni del Nord Italia (in particolare nella Pianura Padana, tra la Lombardia e il Veneto, aree fortemente industrializzate), esposte a livelli di inquinamento ambientale molto elevati, mostrano un eccesso di mortalità per cancro significativo rispetto a chi vive nelle regioni centro-meridionali (ad eccezione di alcune località anch'esse molto inquinate, come la Terra dei Fuochi in Campania), anche se godono di una migliore salute, hanno reddito più elevato, consumano più alimenti di origine vegetale rispetto a quelli di origine animale e hanno accesso più facile all'assistenza sanitaria".

In Italia si contano ogni anno circa 400mila nuovi casi di tumori, con una media annuale, secondo i Registri oncologici italiani, di circa tre morti ogni mille persone.

"In un'ottica di salute globale, secondo l'approccio noto come One Health, è ormai chiaro che la qualità della vita della nostra specie dipende strettamente da quella dell'ambiente in cui viviamo e dell'intero pianeta - conclude Cazzolla Gatti - E' necessario, allora, dare priorità non solo alla ricerca di cure per il cancro, ma anche alla riduzione e prevenzione della contaminazione ambientale: si tratta di azioni imprescindibili da mettere in atto nella difficile lotta contro l'insorgenza dei tumori. Solo se sapremo curare il nostro pianeta, potremo evitare di ammalarci".

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