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Trapani, risolto il giallo del coppia sgozzata con machete: l'assassino è il tunisino suicida

09 agosto 2016 | 08.29
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Trapani, risolto il giallo del coppia sgozzata con machete: l'assassino è il tunisino suicida

Risolto a distanza di tre giorni il giallo sul duplice omicidio della giovane coppia di Mazara del Vallo (Trapani), sgozzata nell'appartamento a colpi di machete. Secondo la Polizia trapanese a uccidere Angelo Cannavò di 29 anni e la compagna Rita Decina, 28 anni, sarebbe stato il tunisino 34enne trovato ieri sera suicida a Marsala.

Il tunisino Ben Saada Ouajidi è stato trovato nella sua abitazione in contrada Ranna, a Marsala, dagli uomini della Squadra Mobile e del Commissariato di Mazara del Vallo, che erano sulle sue tracce dal giorno del duplice omicidio.

I sospetti della Polizia si erano concentrati sul tunisino dopo che, a casa della coppia, era stato rinvenuto un tablet la cui scheda sim era a lui intestata.

"La stessa vittima, Rita Decina, aveva cercato poco prima di morire di scrivere col sangue il nome dell'assassino, ma le lettere erano rimaste solo incomplete e abbozzate" spiegano gli investigatori, che aggiungono: "Un altro elemento che ha portato la Polizia a Ben Saada Ouajidi sono state le riprese di alcune telecamere di sorveglianza. I filmati acquisiti dagli investigatori fanno vedere la macchina del tunisino arrivare e allontanarsi dalla casa della coppia proprio nell'intervallo di tempo dell'omicidio".

Secondo la ricostruzione, il movente potrebbe essere stato un debito di droga che il tunisino avrebbe contratto nei confronti di Angelo Cannavò, a casa del quale la Polizia, il giorno del delitto, aveva trovato diverse dosi di stupefacenti pronte per la vendita.

Alla lite fra il tunisino e Cannavò avrebbe assistito Rita Decina, che è stata quindi uccisa in un secondo momento da Ben Saada Ouajidi, mentre cercava di fuggire per le scale. La donna ha cercato di difendersi con forza ma è stata colpita più volte.

Il tablet del tunisino, rinvenuto a casa delle due vittime, era presumibilmente stato consegnato come pegno del debito di droga da saldare. Durante la perquisizione a casa dell'assassino, eseguita dalla Polizia Scientifica del Gabinetto Regionale di Pelermo, sono stati rinvenuti una lama compatibile con quella utilizzata per il duplice omicidio e gli abiti sporchi di sangue. Tracce di sangue sono presenti anche nell'auto del tunisino, ritrovata dalla Polizia. Ben Saada Ouajidi era regolarmente in Italia da 18 anni e il padre era italiano. Le indagini, coordinate dal pubblico ministero di Marsala Giulia d'Alessandro, continuano "per definire tutti i contorni della tragica vicenda".

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