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Turchia, ambasciatore a Roma: "Orgogliosi di aver superato test democrazia"

14 luglio 2017 | 14.50
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Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan (Afp) - AFP
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan (Afp) - AFP

Il tentativo di golpe del 15 luglio dello scorso anno è stato per la "democrazia turca un test di forza e perseveranza. Siamo orgogliosi di aver superato questa prova". E' quanto afferma l'ambasciatore della Turchia in Italia, Murat Salim Esenli, in un'intervista rilasciata ad Aki-Adnkronos International alla vigilia del primo anniversario del fallito colpo di Stato ad Ankara.

Quanto accaduto la notte del 15 luglio del 2016 è stato un "attacco allo Stato turco, al suo ordine costituzionale e al suo governo democraticamente eletto" sferrato da "traditori, che si sono infiltrati nell'esercito, leali a un pazzoide che vede se stesso come 'l'imam dell'universo'", dichiara il diplomatico riferendosi a Fethullah Gulen, l'imam che vive in auto-esilio negli Stati Uniti considerato da Ankara la 'mente' del fallito golpe.

"Abbiamo dovuto affrontare assassini che hanno bombardato il loro stesso Parlamento, distrutto le sedi delle forze speciali della polizia che combatte in prima linea contro le organizzazioni terroristiche, rivolto i carri armati contro civili disarmati, sparato dai jet e dagli elicotteri militari - prosegue il diplomatico - Mai abbiamo assistito a tanta brutalità nella nostra storia".

Ma la nazione, secondo Esenli, ha reagito compatta alla minaccia di colpo di Stato. Tutti, sottolinea l'ambasciatore, hanno svolto al meglio il loro compito: "Tutti i partiti, sia al governo che all'opposizione, gli elementi puri delle forze armate, la polizia e i media si sono opposti ai golpisti".

"Al di sopra di tutto, è stato il popolo turco, di ogni orientamento politico e ceto, che ha resistito e mostrato un esempio storico di solidarietà sfidando i carri armati e reclamando i suoi diritti democratici", sottolinea.

"STATO D'EMERGENZA NECESSARIO" - Mantenere lo stato di emergenza in Turchia è necessario ora per far fronte alle "sfide gravi e multiple di sicurezza provenienti da una serie di organizzazioni terroristiche come Feto, Pkk, Dhkp-C e Daesh" afferma l'ambasciatore della Turchia in Italia.

Secondo il diplomatico, poter attuare "misure rapide ed efficaci" è "indispensabile non solo per le considerazioni sulla sicurezza, ma anche per proteggere i diritti dei nostri cittadini e della nostra democrazia. A questo proposito è ritenuta necessaria la continuazione dello stato di emergenza".

"Oggi è una priorità fondamentale trovare un giusto equilibrio tra le libertà e le esigenze di sicurezza adottando le misure appropriate. Tuttavia, la gravità delle minacce per la sicurezza che la nostra nazione affronta non è ben compresa in molti Paesi", prosegue Esenli.

L'ambasciatore respinge quindi le critiche per le purghe contro la pubblica amministrazione, l'esercito e media che hanno fatto seguito al fallito golpe, sostenendo che, malgrado l'alto livello di minacce, la Turchia "agisce risolutamente in linea con il principio dello Stato di diritto e dei suoi obblighi internazionali".

A riguardo sostiene che nel Paese è in corso la valutazione dei ricorsi di quanti ritengono di essere stati erroneamente sospettati di far parte della rete dei golpisti o di avere legami con essa. Finora, conclude, "circa 34mila dipendenti pubblici sono stati reintegrati e sono stati riaperti oltre 345 enti, tra cui 187 associazioni, 21 fondazioni, 93 istituti scolastici privati, 6 emittenti radio-televisive e 17 giornali".

"CON UE STESSO DESTINO" - Turchia e Unione Europea "condividono lo stesso destino" afferma Murat Salim Esenli. Per Ankara l'adesione all'Ue resta una "scelta strategica" in quanto "apprezziamo e difendiamo gli stessi valori sui quali l'Europa è costruita: democrazia, rispetto per i diritti umani, libertà fondamentali e stato di diritto".

La Turchia, ricorda l'ambasciatore citando le ultime feroci polemiche che hanno deteriorato i rapporti tra le parti, ha una storia di rapporti con l'Ue lunga 50 anni e intende andare avanti con l'adesione "nonostante la fase di stallo" in cui si trova il processo. "Questa è una testimonianza della nostra determinazione".

Esenli sottolinea che la "Turchia è parte della storia e della famiglia europea" e, fin dalla nascita della Repubblica, ha fatto parte di quasi tutte le istituzioni. Inoltre, ha fornito "contributi considerevoli" alla costruzione dell'attuale architettura istituzionale europea attraverso il "ruolo costruttivo" svolto in organizzazioni internazionali come il Consiglio di Europa, la Nato e l'Osce.

Per questi motivi l'"adesione della Turchia all'Ue sarà il risultato naturale del processo di trasformazione in tutti i campi della vita nel nostro Paese", prosegue l'ambasciatore, evidenziando, tuttavia, come ci sia stato di recente "un calo significativo della fede dei nostri cittadini nella possibilità di adesione della Turchia. Ciò è dovuto agli ostacoli politici soggettivi che affrontiamo nel nostro processo di adesione, insieme all'atteggiamento negativo e alle dichiarazioni di alcuni statisti europei".

"L'adesione di una Turchia democratica e moderna con la sua straordinaria posizione geostrategica porterebbe anche importanti vantaggi all'Ue - aggiunge - Grazie alla nostra economia dinamica e alla popolazione giovane, l'Unione allargata con la Turchia a bordo può rispondere meglio alle sfide della globalizzazione".

"La dichiarazione finale del vertice Turchia-Ue del 29 novembre 2015 sottolinea che la road map per la liberalizzazione dei visti sarebbe stata realizzata nell'ottobre / novembre 2016. Viaggiare verso i Paesi europei senza obbligo di visto avrà senza dubbio un impatto positivo sulla percezione dell'Ue da parte dei cittadini turchi e aumenterà il sostegno della popolazione turca all'adesione", dice l'ambasciatore.

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