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Turchia: Corte Strasburgo, su caso Ocalan violata Convenzione diritti umani

18 marzo 2014 | 12.47
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(Aki) - Con la condanna all'ergastolo del leader del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk), Abdullah Ocalan, la Turchia ha in parte violato la Convenzione europea sui diritti dell'Uomo. Lo ha stabilito la Corte europea per i diritti dell'Uomo, con una sentenza emessa in seguito a un ricorso da parte dello stesso Ocalan, che dal 1999 e' in carcere in regime di isolamento sull'isola di Imrali, al largo di Istanbul. In particolare, la Corte di Strasburgo chiede ad Ankara di sviluppare i meccanismi di liberta' vigilata e di arrivare ad abolire l'ergastolo.

Per la vicenda di Ocalan, i giudici di Strasburgo hanno fatto ricorso alle parole di Dante Aligheri e in particolare all'iscrizione sulla porta dell'Inferno, descritta nella Divina Commedia. "Lasciate ogne speranza voi ch'entrate", si legge nella sentenza, nella quale si precisa che "il carcere non deve trasformarsi nella porta dell'Inferno". Per la Corte, l'ergastolo dato a Ocalan senza alcuna possibilita' di pene alternative viola l'articolo 3 della convenzione, relativo alla "proibizione della tortura". L'articolo e' stato violato, in particolare, tra il 1999 e il 2009, quando Ocalan era detenuto in un regime di rigoroso isolamento, essendo l'unico prigioniero sull'intera isola.

Secondo la Corte, le autorita' turche non possono limitarsi a migliorare le condizioni in cui Ocalan e' tenuto in carcere, ma devono creare nuovi meccanismi di liberta' vigilata e arrivare ad abolire l'ergastolo, in modo da diventare "un modello per l'umanita'". Per la maggioranza dei giudici del collegio giudicante, infine, nella vicenda di Ocalan non sono state violate le norme sul "rispetto della vita privata e della famiglia" ne' quelle che vietano l'applicazione di una pena senza che ci sia una specifica legge. La Turchia e' stata condannata a pagare le spese legali del processo.

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