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Turchia, Erdogan contro la sentenza su Twitter. Sbloccato anche YouTube

04 aprile 2014 | 13.10
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Turchia, Erdogan contro la sentenza su Twitter. Sbloccato anche YouTube

Ankara, 4 apr. (Adnkronos/Aki) - Il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan si è espresso contro la sentenza della Corte Costituzionale che ha disposto la fine del blocco di Twitter, descrivendola come un tentativo di proteggere "il prodotto di un'azienda americana".

ERDOGAN VS TWITTER - "Dobbiamo darle attuazione - ha detto venerdì mattina ad Ankara, prima di imbarcarsi per Baku - ma non la rispettiamo", perché non tiene conto dei "valori nazionali". "Non solo Twitter - ha continuato, citato dal sito del quotidiano Hurriyet - ma anche YouTube e Facebook sono aziende private. Non trovo giusto e patriottico che la Corte Costituzionale abbia adottato la sua decisione appena due giorni dopo aver ricevuto i ricorsi, quando ci sono così tanti dossier che ancora aspettano di essere presi in esame. Mentre si protegge un'azienda americana, non si ha rispetto per i nostri interessi nazionali e morali".

"La decisione è stata presa senza che ci sia stata la possibilità di un appello e senza aver esaurito tutte le vie legali, attraverso un ricorso diretto alla Corte Costituzionale - ha proseguito Erdogan - La Corte avrebbe dovuto quindi respingere il caso. Inoltre non trovo appropriato l'argomento della libertà d'espressione, perché Twitter è un'azienda commerciale privata. Voglio che si sappia che quando la decisione è stata presa non si è tenuto conto dei precedenti negli Usa, in Francia o in Spagna".

Bloccato il 21 marzo su ordine di Erdogan, Twitter è tornato attivo giovedì, in attuazione di una sentenza del giorno prima della Corte costituzionale.

STOP BLOCCO DI YOUTUBE - Dopo Twitter anche YouTube viene sbloccato. Un tribunale di Ankara ha emesso una sentenza che ordina il ripristino del portale di video sharing, bloccato in Turchia dal 27 marzo su decisione dell'autority per le telecomunicazioni (Tib). Il blocco era stato deciso dopo che sul sito era stata pubblicata l'intercettazione di una conversazione riservata presso il ministero degli Esteri, in cui si discuteva di un eventuale attacco contro la Siria. Il provvedimento era stato impugnato da molti utenti, che denunciavano una violazione della libertà d'espressione. Ma un tribunale del distretto Golbasi di Ankara aveva respinto alcuni di questi ricorsi, motivando la decisione con la presenza su YouTube di video offensivi nei confronti di Mustafa Kemal Ataturk, fondatore della Turchia moderna. Venerdì è arrivata invece una sentenza di segno opposto da parte del giudice di pace di Golbasi, che ha chiesto la rimozione del blocco. Il governo si era espresso contro lo sblocco.

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