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Turchia: Erdogan nella morsa dei giudici, ora ripudia processi a militari

27 febbraio 2014 | 14.02
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(Aki) - La 'Tangentopoli su Bosforo' che scuote il governo turco ha spinto il premier Recep Tayyip Erdogan a un ripensamento sui processi che negli anni scorsi hanno mandato in carcere centinaia di militari, accusati di lavorare a un golpe contro il suo partito islamico Akp, al potere dal 2002. I procuratori che indagano su una vicenda di corruzione e che hanno stretto il cerchio intorno al premier e ai suoi ministri, sono gli stessi che hanno indagato sui presunti complotti dei militari e sono identiche anche le modalita' con cui le indagini si svolgono. E' quindi interesse di Erdogan far passare l'idea, da tempo sostenuta dai suoi avversari, che i processi sui golpe siano stati una messa in scena.

Per il premier e per l'Akp, i processi ora 'ripudiati' sono stati un utile strumento per arginare l'enorme potere che avevano i militari turchi, protettori della laicita' dello stato e autori, fino agli anni Novanta, di una serie di golpe contro governi islamici. Ma su quei processi sono sempre stati sollevati molti dubbi e, nel tempo, molte prove si sono rivelate fasulle. Un documento esibito come prova schiacciante, ad esempio, era scritto con una versione di Microsof Office che al tempo non c'era ancora. Un altro faceva riferimento a una casa farmaceurtica acquisita dai militari usando un nome che l'azienda ha adottato solo molti anni dopo. E' inoltre emerso che alcuni degli ufficiali condannati si trovavano all'estero o in missione in alto mare nei giorni in cui, secondo l'accusa, partecipavano a riunioni sedizione in patria.

All'epoca di quei processi - due in particolare, quello sulla presunta rete clandestina Ergenekon e quello sul presunto piano di golpe Martello - Erdogan e l'influente teologo Fethullah Gulen, che esercita un potere enorme su ampi settori della magistratura e della polizia, erano alleati e avevano un interesse comune a mettere in un angolo i militari. Ma ora i due sono acerrimi nemici e questo spiega, secondo molti analisti, l'esplodere della 'Tangentopoli' che sembra incastrare Erdogan, la cui voce si sente nella registrazione di alcune conversazioni con il figlio, nelle quali gli chiede di far sparire enormi quanto sospette somme di denaro. (segue)

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