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Turchia: Erdogan sempre più 'sultano', potrà presiedere riunioni governo

12 dicembre 2014 | 13.33
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Turchia: Erdogan sempre più 'sultano', potrà presiedere riunioni governo

Non si fermano i piani del presidente turco Recep Tayyip Erdogan per assegnare sempre maggiori poteri esecutivi e politici alla sua carica. Binali Yildirim, deputato del partito islamico Akp nonché braccio destro di Erdogan, ha annunciato che dal 2015 il capo dello Stato, e non più solo il premier, potrà presiedere le riunioni del Consiglio dei ministri.

"Il 52% della nazione ha votato per il nostro presidente - ha affermato Yildirim in un'intervista all'emittente Ntv - e anche se nel quadro della Costituzione non ha certe responsabilità, è politicamente responsabile di fronte alla società".

Nel corso dell'intervista è stato ricordato al politico dell'Akp come l'opposizione abbia giudicato inopportune le recenti esternazioni di Erdogan a favore dell'avvio di lezioni di lingua ottomana nelle scuole, visto che la sua carica non è politica ma 'super partes'. "Non so perché si trovi strano - ha replicato - che lui, in quanto capo dello Stato, comandante supremo dell'esercito e, all'occasione, capo del Consiglio dei ministri, esprima i suoi punti di vista in vari campi che riguardano la società".

"Durante la campagna elettorale - ha proseguito Yildirim - ha detto apertamente alla nazione che lo avrebbe fatto e la nazione lo ha votato per questo". Il giornalista di Ntv ha quindi chiesto se questi poteri crescenti che Erdogan si attribuisce non creino un conflitto con il premier e con l'esecutivo. "No, non succederà", ha detto il deputato, ribadendo tuttavia che questo è "lo stile con cui Erdogan fa il presidente".

A fine novembre aveva fatto discutere la notizia che Erdogan ha deciso di dotarsi di quello che è stato definito "governo ombra", vale a dire di una squadra incaricata di monitorare l'operato del governo e riferire al presidente su tematiche specifiche e dotata anche di poteri propositivi. Saranno istituite nuove direzioni speciali presso la presidenza e saranno nominati consiglieri incaricati di valutare il lavoro dei vari ministeri e di redigere rapporti in proposito.

Al vertice di questa rete ci sarà il vice segretario generale della presidenza, che a sua volta risponde direttamente a Erdogan. Alcune questioni che Erdogan considera fondamentali, come i negoziati con i curdi del Pkk e la lotta allo "stato parallelo" che i seguaci del religioso Fethuallah Gulen avrebbero creato in Turchia, saranno di competenza più o meno esclusiva della direzione speciale per gli affari interni, che Erdogan ha affidato a un suo uomo di fiducia, il segretario generale della presidenza Ibrahim Kalin.

Un'altra direzione speciale a cui Erdogan tiene molto è quella per gli investimenti, che secondo Hurriyet sarà assegnata proprio a Yildirim. Quando si era candidato alle presidenziali, che ha vinto ad agosto scorso, Erdogan aveva annunciato che non si sarebbe accontentato del ruolo di garante previsto dalla costituzione, ma avrebbe svolto invece un ruolo operativo.

"Sarò un presidente sul campo", diceva l'allora premier. Una promessa che certo non ha sorpreso nessuno, perché tanti erano pronti a scommettere che il 'sultano' Erdogan non avrebbe mai rinunciato a un ruolo di primo piano sulla scena politica turca e internazionale.

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