La donna kamikaze che si è fatta esplodere lo scorso 6 gennaio a Istanbul era la vedova di un jihadista norvegese con il quale si era recata in Siria per unirsi allo Stato Islamico (Is). Lo rivela il quotidiano turco Hurriyet citando fonti di intelligence.
La donna kamikaze che si è fatta esplodere lo scorso 6 gennaio a Istanbul era la vedova di un jihadista norvegese con il quale si era recata in Siria per unirsi allo Stato Islamico (Is). Lo rivela il quotidiano turco Hurriyet citando fonti di intelligence. Le autorità di Ankara non hanno ancora confermato l'identità dell'attentatrice, ma il giornale russo Kommersant ha identificato la kamikaze nella cecena Diana Ramazanova, 18enne, proveniente dal Daghestan nel Caucaso settentrionale. Il quotidiano Hurriyet ha spiegato che il marito era un cittadino norvegese di origini cecene, Abu Aluevitsj Edelbijev. I due si erano sposati con cerimonia religiosa nel 2014.
Nel luglio 2014 la coppia è entrata in Siria varcando il confine con la Turchia e sono entrati a far parte dell'Is. L'uomo ha quindi adottato il nome di Idris, mentre lei è diventata Sumeyra.
Secondo l'intelligence turca, Edelbijev è stato ucciso in combattimenti a dicembre. A quel punto, Ramazanova è tornata illegalmente in Turchia il 26 dicembre e il 6 gennaio ha compiuto l'attentato di Istanbul costato la vita a un poliziotto.
Hurriyet ha spiegato che i servizi di sicurezza turchi stanno ancora cercando di capire come la donna si sia procurata l'esplosivo, ovvero se lo abbia portato con sé dalla Siria o se le è stato fornito da qualcuno a Istanbul.