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Turchia: nuovo caso 'Gezi' a Istanbul polizia spara proiettili di gomma

07 novembre 2014 | 11.00
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Foto d'archivio
Foto d'archivio

La polizia turca ha usato manganelli e proiettili di gomma all'alba contro un gruppo di manifestanti che si erano accampati nei pressi di parco Validebag a Istanbul, per protestare contro il progetto di costruirvi una moschea. Sulla scia delle proteste del 2013 contro la distruzione di parco Gezi, gli attivisti hanno montato due tende nell'area ed erano in procinto di costruirne una terza, più grande.

La polizia è intervenuta, sostenendo che la tenda avrebbe ostacolato la circolazione della auto. Alla resistenza dei manifestanti, gli agenti hanno fatto ricorso a manganelli e proiettili di gomma, sgomberando l'area. Uno degli attivisti è rimasto ferito ed è stato trasportato in un ospedale della zona.

Non è la prima volta che la polizia fa ricorso alla violenza contro i manifestanti accampati vicino al boschetto di Validebag, che è un'area verde protetta, nel quartiere residenziale di Uskydar, nella parte asiatica della città sul Bosforo. La costruzione della moschea, che comporta l'abbattimento di una parte dell'area verde, è già cominciata, sotto strette misure di sicurezza.

Una sentenza aveva disposto lo stop ai lavori, ma è stata poi ribaltata in appello. Gli attivisti sostengono che la costruzione della moschea sia solo il primo passo verso la destinazione dell'intero parco a progetti edilizi di vario genere.

Nel 2013, proteste contro un progetto analogo nel parco Gezi, al centro di Istanbul, sono sfociate in manifestazioni antigovernative e violenti scontri in tutto il paese. Le proteste, che furono represse con la forza, misero a dura prova la tenuta del governo dell'allora premier Recep Tayyip Erdogan (oggi presidente della Repubblica), bersaglio di dure critiche da parte di governi e organizzazioni internazionali.

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