(Aki) - Il vissuto di Sonmez, la sua condizione di esule volontario a Cambridge, permeano il suo romanzo, con il quale ha vinto il Sedat Simavi, il premio letterario piu' prestigioso in Turchia. E' una storia di amore e fiaba, di esilio, costrizione e sofferenza. Il protagonista, non a caso, e' un curdo che vive nella Cambridge degli anni Settanta. Qui scopre l'amore di un'altra esule, l'iraniana Feruzeh, e tramite lei rivive e riscopre il suo passato, fatto di tradizioni, miti, amori, guerre, fughe e tragedie che si affastellano vorticosi.
"Ogni artista e' necessariamente un esule - spiega - a volte fisicamente, a volte politicamente, a volte emotivamente. Deve confrontarsi con quello che ha di fronte, non puo' solo accettarlo, deve criticarlo, rivederlo, respingerlo. Non credo che nelle societa' possa esserci liberta', ma credo che si possa comunque essere liberi, creando una liberta' dentro se' stessi". La liberta' dell'esule, appunto, che si tratti di esilio fisico o di uno stato dell'animo.
Sonmez, il cui romanzo sara' presentato domani all'Auditorium Parco della Musica, fa parte a pieno titolo di quell'esercito di rivoluzionari della lettera turca che sempre piu' conquistano i lettori di tutto il mondo. "E' un grande momento per la nostra letteratura - dice - ci sono molti giovani scrittori e poeti e anche il cinema e' in ascesa. Questo accade perche' l'arte, come l'intera societa', sta incrociando la sua grande tradizione con i linguaggi internazionali. I giovani artisti seguono i movimenti americani, europei e asiatici e li combinano con la loro tradizione. La combinazione di questi fattori sta segnando una nuova era".
