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Tv, Frittella: "Unomattina da tempo una seconda casa per me"

05 settembre 2020 | 13.40
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(Fotogramma)
(Fotogramma)

Da quasi quarant’anni, Marco Frittella racconta la politica italiana dai microfoni Rai, prima al Gr2 e dal 1993 al Tg1, di cui è uno dei conduttori storici. Dal 7 settembre, prenderà le redini di 'Unomattina' ma già dallo scorso 27 agosto è in tutte le librerie per raccontarci l’economica green, dove l’Italia eccelle. Frittella ha raccontato il Quirinale di Cossiga, la crisi della prima Repubblica, la fine del PCI, Berlusconi e la nascita dei movimenti sovranisti; è stato il telecronista dell’elezione di quattro presidenti della Repubblica e della lunga edizione straordinaria del Tg1 per la strage del Bataclan nel 2015. Nel 1989 era a Berlino per raccontare la rinascita democratica nella Germania ex comunista, nel 1990 si trovava a Beirut per l’ultima fase della guerra civile libanese, ha intervistato Lech Walesa, Mikhail Gorbaciov, Willy Brandt e Sant’Oscar Romero.

Dalla scrivania del Tg1 alla conduzione di un programma come Uno Mattina, ma non è la prima volta per Lei all’interno di questo contenitore.
"Unomattina è da tempo una specie di seconda casa per me, almeno sin da quando Mario Orfeo, sei anni fa, mi affidò la rubrica Camere con Vista che offriva ogni lunedì alle 7 il panorama politico della settimana e aveva un forte riscontro di pubblico. Poi per alcune settimane ho condotto la trasmissione sia con Francesca Fialdini che con Benedetta Rinaldi per sostituire Franco Di Mare, insieme al quale peraltro ho più volte condotto gli “speciali” elettorali".

Uno Mattina apre il palinsesto della prima rete della Rai, vede spesso l’alba o Le peserà alzarsi presto?
"Ho cominciato questo mestiere nel 1987 facendo “le albe” al Gr2 e andando in onda alle 6:30. Sono abituato e la gavetta mi ha temprato"

Ci aspetta un autunno caldissimo per quanto riguarda coronavirus, economia e politica. Con Monica Giandotti avete già definito i ruoli? Si sa che, in coppia, i litigi sono dietro l’angolo.
"Con Monica, che è un’eccellente giornalista politica e una conduttrice di grande presenza, ci conosciamo e ci stimiamo reciprocamente da anni. Perché dovremmo litigare? Ci si fa del male e si fa del male alla trasmissione: sono sicuro che a noi non capiterà".

Prima dell’impegno in tv, il 27 agosto è uscito in libreria con Italia green – la mappa delle eccellenze italiane nell’economia green, edito da Rai Libri. Perché ultimamente è un argomento tanto di moda?
"Per fortuna si coglie sempre di più l’urgenza del problema, ma ci si accorge di meno delle soluzioni che già si stanno mettendo in campo. L’Italia sta facendo su questo piano delle cose spesso spettacolari ma gli italiani non lo sanno, anzi peggio: non ci credono. Per esempio non credono che noi siamo più bravi di tedeschi, francesi, inglesi nella gestione dei rifiuti. Eppure è così. Il libro serve a raccontare queste cose".

All’interno del libro, parla di sviluppo sostenibile, economia circolare, rivoluzione energetica, chimica green, ma l’Italia com’è messa in tal senso?
"L’Italia è messa bene. Sotto molti profili: economia circolare e gestione dei rifiuti, innovazione, agrifood e moda sostenibili, e-mobility, costruzioni green. Questo non vuol dire che non ci siano problemi, non tutta la Penisola è come Treviso dove la differenziata supera il 90%. E poi c’è la burocrazia, le stratificazioni legislative, le clientele politiche, la criminalità organizzata, le eco-mafie, i campanili, gli ambientalisti retrò, i comitati NIMBY persino sugli impianti iper-ecologici. Però le cose positive sono tante lo stesso e dobbiamo fare leva su quelle se vogliamo risolvere i nostri problemi"

A proposito di tv e libri, da giornalista come vede il futuro di questi due mondi?
"Ho fatto servizio pubblico alla radio e in televisione tutta la vita. Adesso ho scritto un libro di servizio pubblico per la casa editrice della mia azienda. Per noi della RAI, radio, tv, libri e internet sono più facce della stessa missione di sempre: far crescere culturalmente il Paese fornendo un’informazione corretta, stimolando le migliori capacità e curiosità, costruendo una trincea contro il sensazionalismo, la distorsione strumentale della realtà, l’ignoranza. Il canone va meritato così. Il mio primo maestro è stato Sergio Zavoli, poi ho incontrato Albino Longhi e Demetrio Volcic. Vengo da lì!"

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