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Tv: Giacomelli, contributi per locali a chi scommette su propria impresa

21 giugno 2016 | 17.50
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Antonello Giacomelli, sottosegretario allo Sviluppo Economico (Adnkronos)
Antonello Giacomelli, sottosegretario allo Sviluppo Economico (Adnkronos)

Nel settore delle tv locali "c'è chi scommette sul proprio ruolo di editore ogni mattina, facendo conti con le difficoltà, e c'è chi ha approfittato fino a oggi delle lacune della normativa e ha preso contributi a pioggia. Io vorrei che si uscisse da questa fase, evitando di disperdere risorse e concentrandole su chi scommette sulla propria impresa". Lo ha affermato il sottosegretario allo Sviluppo Economico Antonello Giacomelli, a margine del convegno annuale di Aeranti Corallo che cade in occasione dei 40 anni della sentenza che stabilì la fine del monopolio statale delle frequenze.

Per farlo, ha continuato Giacomelli, "discutiamo con le associazioni, ma soprattutto abbiamo la convinzione che questo settore potrà essere ancora protagonista a patto che mantenga la caratteristica di 40 anni fa, quando si è affermato perché era innovativo e rivoluzionario. Penso - ha proseguito il sottosegretario - che le tv locali non debbano rimanere ferme e confermare se stesse, ma che debbano mantenere la capacità di essere innovative".

Per rimanere protagoniste, ha quindi aggiunto Giacomelli, va stabilito su quali parametri giudicare la loro importanza. "Si può puntare sul fatto che siano sul mercato e sull'autonomia industriale che hanno, oppure puntare sul riconoscimento della funzione pubblica che svolgono. Ci sono rischi e pro in entrambi i casi", ha concluso.

Non solo contributi - La questione dei contributi alle tv locali rimane centrale, ma non è l'unica da affrontare. E' quanto dice il coordinatore di Aeranti Corallo, Marco Rossignoli, che spiega: non dobbiamo incentrare la discussione "sulla riduzione o sulla chiusura delle emittenze locali, semmai sul rafforzamento per farle uscire dalla crisi. Il governo deve prendere posizione e fare provvedimenti finalizzati non solamente alla contribuzione, che rimane importante, ma anche a misure come quelle per la ripresa del mercato pubblicitario".

Mentre sul riconoscimento della funzione pubblica che svolgono le televisioni locali, indicato dal sottosegretario allo Sviluppo economico Antonello Giacomelli, Rossignoli è chiaro: "Grazie al contratto collettivo stipulato con l'Fnsi, i dipendenti giornalisti di radio e tv locali sono 2.300. Sono più di quelli della Rai e di più della somma di quelli che lavorano per le tv nazionali private. Diventa difficile - conclude quindi Rossignoli - dire che le emittenze locali non siano impegnate sul fronte dell'informazione e che non diano occupazione".

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