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Twitter sotto accusa, 29 attivisti a processo in Turchia

21 aprile 2014 | 15.51
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Twitter sotto accusa, 29 attivisti a processo in Turchia

Ankara, 21 apr. - (Adnkronos/Aki) - E' iniziato oggi a Izmir, nella Turchia occidentale, il processo a 29 attivisti accusati di aver violato la legge pubblicando su Twitter comunicati contro il governo di Ankara nell'ambito delle proteste scoppiate la scorsa estate per fermare l'abbattimento del Gezi Park a Istanbul. Lo hanno reso noto gli avvocati della difesa, esprimendo il timore che il processo, aggiornato al 14 luglio, possa venire politicizzato. Gli attivisti per i diritti umani, inoltre, hanno detto che gli imputati, in gran parte giovani, hanno solo diffuso sui social network informazioni in merito alle proteste esplose a Istanbul e diffusesi poi nel resto della Turchia, ma senza violare la legge. ''Questi tweet vanno protetti dalla Costituzione e ora lo sono - ha detto uno degli avvocati difensori, Duygucan Yazici, alla Dpa - Quelle contro di loro sono accuse politiche".

Il governo del premier Recep Tayyip Erdogan sta tentando di limitare l'uso dei social media in Turchia, utilizzati anche per organizzare manifestazioni di protesta contro le istituzioni o per pubblicare accuse di corruzione contro esponenti dell'esecutivo. Erdogan ha definito Twitter una ''minaccia'' sociale e ne ha bloccato l'accesso per due settimane, fino a quando la Corte costituzionale non ne ha ripristinato l'accesso. Anche l'accesso a YouTube è stato messo al bando in Turchia da fine marzo.

Nel processo che si è aperto oggi Erdogan è formalmente indicato come ''vittima''. Alcuni degli imputati sono accusati di aver ''insultato il primo ministro''. Il giudice ha anche stabilito che non è necessaria la comparizione del primo ministro in aula. Questa decisione ha portato Amnesty International a definire il processo come politicamente motivato, sostenendo che le accuse sono ''senza fondamento'' e che il processo rischia di minare la libertà di espressione in Turchia. ''Nulla prova che loro (gli imputati, ndr) abbiano promosso violenza o abbiano partecipato alle violenze. E' legittimo condividere opinioni e informazioni. Si tratta di un diritto fondamentale alla libertà di espressione'', ha detto l'esponente di Amnesty Andrew Gardner, osservatore nel processo di Izmir.

''La Turchia è nota per aver condotto processi non equi sulla libertà di espressione e nei confronti di chi critica le autorità'', ha aggiunto Gardner. In alcuni dei tweet degli imputati venivano condivise informazioni sui luoghi delle proteste, denunciate violenze commesse dalla polizia e rivolti appelli per aiuti medici ai manifestanti.

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