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Milano

Ucciso a coltellate, colpevole 'incastrato' dalla telecamera

07 agosto 2019 | 12.00
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L'omicida di Milad Gerges sarebbe un egiziano di 47 anni, la lite nata per motivi personali. L'avvocato Pennisi: "Non ricorda nulla"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

E' stato incastrato dalle immagini di una telecamera che inquadrava il ballatoio esterno dell'abitazione, il quarantasettenne di origine egiziana fermato nella notte per l'omicidio di Milad Gerges , trentenne suo connazionale, ucciso a coltellate ieri nel suo appartamento in viale Monza a Milano. Le immagini restituiscono parte del delitto, quando la vittima subisce l'ultima fase dell'aggressione e crolla a terra, spiegano durante la conferenza stampa in questura.

Il presunto assassino, proprietario dell'abitazione in cui vivevano la vittima e altre cinque persone, si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del magistrato. L'omicidio sarebbe nato per uno screzio legato a motivi personali, ma nessuno degli altri coinquilini presenti ha chiarito la reale motivazione. 

La vittima, da quanto trapela, è stata colpita nella stanza che condivideva con il presunto aggressore, il quale dopo il fallimento del bar a Quarto Oggiaro viveva affidando stanze - per circa 150 euro a posto letto - nel suo appartamento in viale Monza. L'aggressione è avvenuta quando il 30enne era probabilmente a letto, l'uomo - trovato in boxer - potrebbe essere stato colpito nel sonno e non aver avuto il tempo di difendersi. Sarà l'autopsia, in programma domani, a svelare maggiori particolari come il tentativo di colpire o graffiare chi lo stava uccidendo. Quello che restituiscono le immagini sul ballatoio è il tentativo del 47enne - A.H le iniziali - di accoltellare l'uomo a terra, un tentativo andato a vuoto perché la lama del coltello è caduta. Un delitto avvenuto mentre gli altri quattro condomini, tra cui due nipoti del fermato, stavano dormendo.

Uno dei nipoti è stato indagato perché reticente, ma non ha partecipato all'omicidio. Il fermato non era sotto l'effetto di droghe o alcol, ma gli investigatori stanno cercando di capire se si è reso protagonista di altri episodi di violenza in passato, la moglie e i due figli sarebbero tornati in Egitto forse per allontanarsi da una situazione familiare diventata violenza. Al momento il 47enne, che si è mostrato piuttosto agitato di fronte al pm non ha fornito risposte sui motivi del gesto.

"Si è avvalso della facoltà di non rispondere. Non ricorda nulla dei fatti". Lo riferisce all'Adnkronos Pietro Gilberto Pennisi l'avvocato del 47enne di origine egiziana fermato. L'uomo, che potrebbe aver agito per una sorta di raptus, "Non risulta che sia o fosse in cura per problemi psichici. E' un aspetto che si valuterà in un prossimo futuro", chiosa il difensore.

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