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Ucraina, Borghi: "Da Copasir nessuna censura"

07 giugno 2022 | 18.36
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All'Adnkronos il deputato del Partito democratico sull'indagine del Comitato sulla disinformazione e le ingerenze straniere

(Fotogramma)
(Fotogramma)

"Noi non facciamo nessun tipo di censura: non vogliamo, non dobbiamo, non possiamo entrare nel merito delle linee, delle scelte editoriali e delle responsabilità che competono ai direttori di testata, ai direttori di rete, ai conduttori e autori di programmi radiotelevisivi". Lo afferma all'Adnkronos Enrico Borghi, deputato, membro del Copasir e responsabile politiche per la sicurezza della segreteria del Partito democratico riguardo all'indagine dello stesso Comitato sulla disinformazione e le ingerenze straniere.

"Tutto ciò non può esimerci dal far rilevare che sono in atto delle attività di ingerenza straniere, come ha peraltro acclarato anche dal Parlamento europeo - osserva il deputato dem -. Attività di manipolazione delle informazioni, di disinformazione pianificata che è finalizzata a una falsa rappresentazione dei fatti, a gonfiare artificialmente le argomentazioni unilaterali, a screditare l'informazione ufficiale per deteriorare il dibattito pubblico". Una pianificazione "in definitiva finalizzata a minare la fiducia del cittadino nei confronti del sistema democratico perché la libera e corretta informazione è uno dei capisaldi del processo democratico - sottolinea il membro Pd del Copasir -. Tutto ciò si chiama 'dottrina Gerasimov' che ha una sua specifica declinazione dentro il percorso di inquinamento delle opinioni pubbliche occidentali". "Di tutto questo non solo non possiamo non tenerne conto - precisa Borghi - ma non possiamo non agire, è un atto dovuto per garantire la sicurezza nazionale". "Le informazioni, a seconda di come vengono utilizzate, possono essere trasformate in un'arma, e in tempo di guerra di aggressione è bene guardare in faccia alla realtà per come essa è", prosegue.

"La 'dottrina Gerasimov' agisce sullo sfruttamento degli anelli deboli dei processi decisionali delle nostre democrazie e siccome, a differenza della Russia, viviamo in un Paese di pesi e contrappesi, il ruolo dell'opinione pubblica, dei media e del dibattito aperto è essenziale", continua.

"C'è una pianificazione di tipo militare perché un Paese come la Russia, con un Pil di poco superiore alla Spagna e un esercito già impegnato in due guerre, non può competere con una postura esclusivamente militare con l'Occidente - conclude -. Da qui la volontà di infilarsi dentro le istituzioni democratiche per allargare le linee di faglia che esistono con l'intento finalizzato a neutralizzare l'Occidente".

"Il Copasir ha deliberato di avviare un'indagine conoscitiva sul tema delle ingerenze straniere nel nostro Paese. Ricordo che il Comitato si muove sulla base delle indicazioni fornite dal sistema di informazione quindi se il Comitato, all'unanimità, ha ritenuto di deliberare l'indizione di un approfondimento di questa natura è perché, evidentemente, ci sono una serie di elementi che concorrono a supportare questi tipo di iniziativa". "Il Comitato parlerà per atti, attraverso una relazione che farà al parlamento come ha fatto in tutte le altre circostanze che ha affrontato in questi anni", continua.

FUGHE DI NOTIZIE - "Non commento fughe di notizie che non sono riferibili in alcun modo al Copasir" dice all'Adnkronos Borghi riguardo le polemiche sulle indiscrezioni del 'Corriere della Sera' sui 'putiniani' d'Italia che, secondo il quotidiano, sarebbero al centro di un dossier dei servizi sulla propaganda russa."In generale chiunque diffonda notizie coperte da classifica commette un fatto grave, che mette in discussione la sicurezza del Paese", osserva Borghi.

PAROLE DI MEDVEDEV - "Le affermazioni di Medvedev sono di una gravità molto rilevante. Confermano che l'ingerenza è finalizzata ad aumentare le tensioni nelle opinioni pubbliche occidentali sfruttando gli elementi di tensione oggettiva che, paradossalmente, vengono generati dalla stessa guerra". "L'aumento del costo dell'energia, l'inflazione, l'immigrazione, le materie prime e il grano: sono tutti temi causati da Putin che vengono girati come se la colpa fosse di chi aiuta l'Ucraina", sottolinea Borghi. "Vi è la necessità di una strategia coordinata a livello euro-Atlantico contro le ingerenze straniere, rafforzando la resilienza attraverso la consapevolezza della situazione e l’alfabetizzazione mediatica per la quale il pluralismo dei mezzi di comunicazione, il giornalismo indipendente e l’istruzione sono essenziali", conclude.

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