Washington, 11 mar. (Adnkronos/Washington Post) - Al termine di una lunga, e tesissima, trattativa diplomatica, passata anche attraverso gli incontri a Parigi e Roma, John Kerry si è rifiutato di andare a Sochi per discutere con Vladimir Putin della crisi ucraina, chiedendo prima lo stop dell'avanzata militare russa in Crimea e l'avvio del dialogo con il nuovo governo di Kiev. E' così che, fonti dell'amministrazione Obama, descrivono come la partita di scacchi tra Washington e Mosca per la Crimea si sia trasformata in un braccio di ferro tra il segretario di Stato e il ministro degli Esteri Sergei Lavrov.
Intervistato ieri a Sochi, Lavrov ha detto che le proposte americane sulla crisi in Ucraina "non soddisfano la Russia in quanto menzionano un presunto conflitto fra Mosca e Kiev" annunciando un rinvio della visita di Kerry. Ma dal dipartimento di Stato si racconta una storia con sfumature diverse: è Washington che non ha ricevuto una risposta soddisfacente alla pagina e mezzo di richieste inviate sabato notte al Cremlino.
All'invio del documento si era arrivati - spiegano ancora le fonti americane - dopo un pressing diplomatico, avviato appunto con gli incontri tra Lavrov e Kerry prima a Parigi e poi a Roma. E' stato proprio durante il colloquio a margine della conferenza per la Libia che si è svolta giovedì scorso alla Farnesina, che il segretario di Stato aveva presentato al collega russo un primo documento in cui si sintetizzavano per richieste dell'Occidente e dell'Ucraina. Poche ore dopo, Obama e Putin parlarono nuovamente al telefono, decidendo che Lavrov e Kerry avrebbero continuato il dialogo per cercare di disinnescare la crisi. (segue)