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Ucraina, Consiglio Difesa: "Aggressione Russia attentato a ordine mondiale"

17 gennaio 2023 | 20.19
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Nel pomeriggio la riunione al Quirinale: Italia sostiene Kiev con decisioni Governo e Parlamento

(Foto Quirinale)
(Foto Quirinale)

"Ferma condanna dell’aggressione della Federazione russa all’Ucraina, violazione gravissima del diritto internazionale e inaccettabile attentato all’ordine mondiale basato su regole di convivenza pacifica e dialogo nel segno del multilateralismo". Lo ha ribadito il Consiglio supremo di Difesa, riunitosi nel pomeriggio al Quirinale sotto la presidenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella.

Durante la riunione è stata appunto esaminata "la situazione della guerra in Ucraina" e si è discusso "delle conseguenze che, a quasi undici mesi dall’inizio, sta producendo sia in termini di equilibri geopolitici generali sia di effetti complessivi sull’Italia".

Il Consiglio "ha condiviso la necessità che l’Italia - in piena adesione alle decisioni assunte nelle sedi Nato e Unione europea e nelle forme stabilite, secondo la Costituzione, dal Governo e dal Parlamento - continui a sostenere il popolo ucraino nella difesa del proprio territorio e della propria sovranità, così come la necessità di adoperarsi per favorire ogni opportunità propizia all’avvio di negoziati tra le parti per un accordo di pace che non può prescindere dal diritto di un popolo aggredito a difendersi".

ALTRI SCENARI DI CRISI E MEDITERRANEO - A fronte "delle ripercussioni che l’accresciuta postura di potenza della Russia sta causando" nell'area cosiddetta del Mediterraneo allargato, è necessario che "la Nato riservi adeguata attenzione anche al Fronte Sud dell’Alleanza". È quanto sottolineato dal Consiglio supremo di Difesa, che "ha esaminato la situazione degli altri principali scenari di crisi", oltre all'Ucraina, "soprattutto di quelli in cui l’Italia è presente con le sue Forze armate nell’ambito di missioni internazionali".

In questo contesto il Consiglio "ha posto speciale attenzione al Mediterraneo allargato - e soprattutto alla Libia, al Sahel, ai Balcani e al Medio Oriente - in considerazione della sua rilevanza strategica, anche alla luce delle ripercussioni che l’accresciuta postura di potenza della Russia sta causando in quell’area, aggravando fragilità e instabilità preesistenti e acuendo rischi e minacce già incombenti, in relazione tra l’altro ad aspetti come l’insicurezza alimentare, la gestibilità dei flussi migratori, la certezza degli approvvigionamenti energetici, la sicurezza delle infrastrutture di comunicazione, l’esposizione alle organizzazioni terroristiche".

Il Consiglio "è stato concorde sull’importanza che la Nato riservi adeguata attenzione anche al Fronte Sud dell’Alleanza". Il Consiglio "ha quindi riflettuto sulle iniziative che l’Italia ha fin qui intrapreso in sede di Unione europea o in raccordo con altri Paesi europei della sponda sud per affrontare in maniera coordinata le sfide del Mediterraneo".

DIFESA COMUNE EUROPEA - Il Consiglio supremo di Difesa ha esaminato "lo stato di efficienza dello Strumento militare, valutando le esigenze da soddisfare per garantire che esso corrisponda ai criteri concordati in sede Nato e dell’Unione europea. In questa cornice è stato oggetto di riflessione anche il lavoro dell’Unione europea per la costruzione di una difesa comune e, in questo ambito, per la promozione di capacità militari sviluppate in modo cooperativo, anche nell’ottica di una razionalizzazione della spesa degli Stati membri per la difesa".

Durante la riunione, "è stata portata all’attenzione l’esigenza che la strategia d’impiego dello strumento militare coniughi sempre due linee d’azione parallele: quella operativa e quella cooperativa; che assumano crescente importanza l’integrazione interforze e l’interoperabilità; e che, in generale, le questioni di sicurezza siano affrontate, in una visione comune delle sfide, nel quadro di una strategia nazionale. In tale contesto assume speciale rilevanza strategica l’avanzamento tecnologico e la competitività dell’industria nazionale".

Alla riunione hanno preso parte il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni; i ministri della Difesa, Guido Crosetto; dell'Interno, Matteo Piantedosi; degli Esteri, Antonio Tajani; dell'Economia, Giancarlo Giorgetti; delle Imprese, Adolfo Urso; il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano; il capo di stato maggiore della Difesa, Giuseppe Cavo Dragone; il consigliere per gli Affari del Consiglio supremo di Difesa, Francesco Garofani; il segretario generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti.

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