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Ucraina, è allarme per cereali, blocchi export e prezzi alle stelle per mais e fertilizzanti

05 marzo 2022 | 17.41
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Scanavino (Cia) all'Adnkronos: "L'Italia rischia lo shock, c'è il rischio che il mais russo e ucraino prenda la via della Cina". Per Lelli (Consorzi Agrari): "Se Putin mette le mani sull'Ucraina controlla 25% export mais mondo, 35% grano tenero e 75%olio di girasole"

(Fotogramma)
(Fotogramma)

I venti di guerra si abbattono sui cereali, in particolare mais e grano e sui fertilizzanti che vengono esportati da Russia, Ucraina e Bielorussia. E tra prezzi alle stelle sui mercati e timori per carenza di materie prime, il mondo agricolo, e non solo, è in grande allarme. In questo scenario arriva infatti la raccomandazione del ministero del commercio e dell'industria russo ai produttori di fertilizzanti del Paese di interrompere temporaneamente le esportazioni a causa delle sanzioni scattate dopo l’invasione dell’Ucraina, come segnala la Coldiretti. Un rischio paventato dalla Cia-Agricoltori Italiani che sembra trovare conferma. "I concimi vengono esportati in grandi quantità dalla Russia e se ci dovesse essere un blocco delle esportazioni, come ritorsione alle sanzioni, si può creare un grande problema. - afferma il presidente Cia Dino Scanavino intervistato dall'Adnkronos - In particolare, il problema potrà riguardare l'azoto necessario per coltivare il mais e il grano (tenero e duro) sia per una maggiore quantità che per la qualità dei raccolto".

E, come se non bastasse, il governo ungherese ha deciso di bandire tutte le esportazioni di grano e cereali con effetto immediato a causa degli aumenti dei prezzi. "Come Federalimentare stiamo chiedendo immediatamente e in modo formale che il governo italiano intervenga presso l'Unione Europea affinché venga rispettato il principio della libera circolazione delle merci, dato che quello che sta facendo l'Ungheria è contro tale principio" sostiene il presidente Ivano Vacondio.

"Il problema, a questo punto - aggiunge - non sarebbe solo quello di un aumento dei prezzi, ma inizierebbe ad apparire lo spettro di una reale difficoltà di approvvigionamento per il nostro paese di materie prime come il grano, il mais e il girasole con conseguenze drammatiche per le rispettive filiere".

Scanavino (Cia), 'l'Italia rischia lo shock sul mais russo e ucraino che può prendere via della Cina'

E proprio sul mais, che è alla base dell'alimentazione degli animali, Scanavino mette in guardia: "l'Italia rischia lo shock perché le linee di approvvigionamento sono molto legate a Russia e Ucraina e siccome il mercato cinese sta crescendo molto con gli allevamenti, c'è il rischio che il mais russo e ucraino prenda la via della Cina".

Fertilizzanti e cereali preziosi per il settore primario che rischiano di cadere ancora di più sotto la sfera russa. "Se Putin mette le mani sull'Ucraina avrebbe a disposizione il 25% delle esportazioni mondiali di mais, il 35% del grano tenero, il 25% dell'orzo e il 75% dell'olio di girasole" avverte l'amministratore delegato di Consorzi Agrari d'Italia, Gianluca Lelli. Ed inoltre, "nel settore dei concimi, se si mettono insieme le produzioni di Russia e Bielorussia si arriva al 40% delle esportazioni mondiali di potassio e al 20% di ammoniaca". Un vero e proprio predominio deriverebbe dal "blocco che si sta creando tra Russia, Bielorussia e Ucraina, con un soggetto che a livello strategico può condizionare il mercato mondiale" conclude Lelli.

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