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Ucraina, espositori russi a fiera Lineapelle: scontro consolato-organizzatori

20 settembre 2022 | 13.17
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Il diplomatico ne chiede l'esclusione, ma Lineapelle replica: "Rischieremmo inadempimenti"

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C’è anche la Russia tra le quaranta nazioni presenti a Lineapelle, la fiera internazionale della pelletteria, di cui è partita questa mattina la centesima edizione, negli spazi espositivi di Rho Fiera Milano. Una presenza “inammissibile” per la diplomazia ucraina in Italia, che – quando una settimana fa ha scoperto dell’arrivo in Italia degli espositori russi – si è immediatamente attivata per chiederne l’esclusione.

Il 15 settembre, a cinque giorni dall’avvio della manifestazione, il console generale d’Ucraina a Milano, Andrii Kartysh, si è rivolto direttamente al presidente di Lineapelle Gianni Russo con una lettera – di cui l’Adnkronos è entrata in possesso – inviata per conoscenza anche al presidente di Fondazione Fiera Milano, Enrico Pazzali.

“Mi trovo a dover constatare il mio rammarico a seguito di numerose segnalazioni relative alla potenziale partecipazione a un evento di così grande rilievo sia a livello nazionale che internazionale di espositori russi" e fa seguire l'elenco delle aziende, includendone anche una spagnola che a suo dire - scrive sempre il console - sarebbe "una filiale" di una azienda russa "principale fornitrice di pelle per le esigenze dell’esercito russo”.

Non usa mezzi termini Kartysh, nella lettera inviata a Russo, per denunciare che “continuare a fare affari con uno Stato che promuove la guerra, l'odio e la violenza è per noi inammissibile. Senza dubbio, lo è anche per Lineapelle”.

Per questo il console chiede al presidente della manifestazione dedicata alla pelletteria, qualora la presenza russa a Lineapelle fosse confermata, di “valutare la possibilità di rimuovere le aziende registrate in Russia dall’elenco degli espositori, utilizzando gli spazi ad essi riservati per l'esposizione di materiali relativi alla spietata guerra portata in Ucraina dalla Russia”.

Il giorno successivo, il 16 settembre, una lettera analoga – di cui l’Adnkronos ha preso visione – è stata inviata al presidente dell’Unione nazionale industria conciaria (Unic), Fabrizio Nuti. Per avere una risposta il consolato generale d’Ucraina a Milano ha atteso fino a ieri, 19 settembre, la vigilia della manifestazione fieristica. A firmare la lettera indirizzata a Kartysh, mandata “a nome del presidente di Lineapelle Gianni Russo e del presidente di Unic Fabrizio Nuti” e, per conoscenza, anche a Pazzali, è Fulvia Bacchi, direttore generale Unic e ceo di Lineapelle.

“La presenza di aziende russe, regolarmente iscrittesi a questa edizione di Lineapelle, è frutto di una serie di circostanze, compreso il fatto che, non essendovi divieti specifici dalle autorità, rifiutandole, avremmo potuto incorrere in inadempimenti e responsabilità”, scrive Bacchi nella lettera, visionata dall'Adnkronos, motivando così il fatto che “alla vigilia della manifestazione non ci è possibile procedere con l’espulsione”. L’assicurazione dal Ceo di Lineapelle al console ucraino è però che “per la prossima edizione studieremo criteri diversi”.

E nel frattempo, ribadendo da parte di Russo e Nuti la “piena solidarietà per l’immane tragedia che sta vivendo il suo Paese” e ricordando che “il loro dissenso verso l’aggressione che avete subito sia stato più volte manifestato e si continuerà a farlo nelle sedi più opportune, così come si sono impegnati a sostenervi anche economicamente”, la ceo di Lineapelle nella lettera visionata dall'Adnkronos invita Kartysh a visitare la fiera “per manifestarle di persona la piena vicinanza e solidarietà per la brutale e ingiustificata aggressione subita dal suo popolo”.

"Impegno a escludere i russi dall'anno prossimo"

“Noi abbiamo sempre espresso all’Ucraina la massima solidarietà, i nostri imprenditori si sono sempre dati da fare e l’hanno sostenuta economicamente con donazioni. Quindi non c’è dubbio da che parte stiamo, però Lineapelle è un evento commerciale”, si difende Bacchi, parlando con l’Adnkronos, ricordando che all’edizione iniziata oggi “abbiamo accettato anche l’Ucraina, che espone gratuitamente”.

“Un conto è un evento commerciale, un conto è un fatto politico. E non ci sembrava giusto che un evento come Lineapelle, che è sempre stato nel segno della collaborazione tra Paesi, venisse intaccato da queste polemiche”, ribadisce la ceo, spiegando che “non c’è un regolamento, se non un fatto morale ed etico, che mi impedisse di ospitare queste aziende russe, per cui non potevamo rifiutarne l’iscrizione”.

Il problema è anche legato alla pandemia: le concerie russe, da molti anni presenti a Lineapelle, si erano iscritte nel febbraio 2020 all’edizione della manifestazione, poi saltata a causa del Covid. Gli acconti versati allora sono rimasti validi per le iscrizioni all’edizione 2022, aperte da inizio aprile ai primi di maggio. Un periodo in cui, a due mesi dall’invasione russa in Ucraina, “avevamo tutti la speranza che il conflitto si risolvesse in tempi molto brevi. Non pensavamo che potesse durare così a lungo e che andasse peggiorando”.

E così “per tutta una serie di circostanze, siamo arrivati a pochi giorni” dall’avvio della manifestazione, quando il console generale d’Ucraina a Milano Andrii Kartysh, saputo della presenza delle aziende russe alla fiera, ha scritto a Lineapelle e a Unic, per richiederne l’esclusione. “A tre giorni dalla manifestazione, era tardi per prendere qualsiasi provvedimento, perché sarei incorsa in possibili azioni legali, dato che non c’è un regolamento, se non un fatto morale ed etico, che mi avrebbe supportata nell’esclusione di queste aziende”, ribadisce Bacchi, aggiungendo che “se questa cosa fosse uscita un po’ prima, magari avremmo anche potuto trovare una soluzione”.

La questione è rimandata all’edizione invernale di Lineapelle, le cui iscrizioni apriranno a metà ottobre. “Il mio impegno è quello di trovare delle soluzioni, sempre corrette, per escludere queste aziende”.

"Chi fa affari con la Russia finanzia la guerra"

“Visto il pericolo che rappresenta l’espansione di una nazione bellicosa, incurante delle norme internazionali vigenti, che viola l’inviolabile, consideriamo moralmente doveroso proseguire sulla linea di una graduale interruzione di rapporti economici, da cui lo Stato terrorista possa trarre beneficio”, dichiara all’Adnkronos il console Kartysh.

“Il Ministero degli Affari esteri dell’Ucraina, l’ambasciata d’Ucraina in Italia e il nostro consolato generale – fa sapere Kartysh all’Adnkronos - continueranno a lavorare in questo senso, rivolgendosi di volta in volta al Ministero degli Esteri italiano, alle autorità locali, alle associazioni e imprese del settore, perché tutti coloro che continuano a fare affari con la Russia, tutti coloro che pagano le tasse al bilancio dello Stato russo finanziano la guerra e fanno capire che i crimini russi sono per loro accettabili”.

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