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Ucraina, fonti: "Rischio escalation Nato-Russia lungo confine con Polonia"

10 marzo 2022 | 17.50
LETTURA: 2 minuti

"Mosca potrebbe colpire territorio dell'Alleanza"

(Afp)
(Afp)

Il rischio che in queste ore si possa innescare la scintilla in grado di far deflagrare un conflitto totale tra Nato e Russia è altissimo. Lo riferiscono all'Adnkronos fonti occidentali qualificate, che stanno monitorando attentamente i movimenti in corso lungo i valici di frontiera tra Polonia e Ucraina. Corridoi attraverso i quali si spostano verso la Polonia migliaia di civili ucraini in fuga dalla guerra scatenata dalla Russia, ma che - secondo l'intelligence russa - potrebbero essere utilizzati anche per fare affluire armi e attrezzature occidentali all'esercito e ai combattenti ucraini.

Le fonti temono che i servizi segreti di Mosca possano individuare questi movimenti e agire di conseguenza, lanciando attacchi missilistici mirati lungo il confine. Se questi missili dovessero colpire il territorio polacco, oltre ad una possibile strage di civili, si potrebbe innescare la reazione di Varsavia, che potrebbe chiedere l'intervento della Nato.

Proprio la Polonia è tra i Paesi dell'Alleanza più attivi nel chiedere alla stessa Alleanza un cambio di passo nei confronti della Russia, come è dimostrato dalla vicenda dei Mig messi a disposizione della Nato per essere ceduti alle forze armate di Kiev e dalla richiesta, al pari di quella del presidente Volodymyr Zelensky, dell'istituzione di una 'no fly zone' sui cieli dell'Ucraina. Richieste che sono finora state bloccate dagli Usa e dalla Nato per il timore di un'escalation del conflitto.

"PREOCCUPAZIONE PER POLVERIERA SERBIA" - C'è un altro fronte, oltre quello ucraino, che in queste ore preoccupa i servizi di intelligence europee e statunitensi, che temono un allargamento del conflitto ad altre parti d'Europa: la Serbia. Fonti occidentali qualificate riferiscono all'Adnkronos i timori che le minoranze filo Putin, galvanizzate dalla propaganda russa e sostenute da Mosca, possano spingersi presto oltre le semplici manifestazioni di piazza a favore dell'invasione dell'Ucraina.

La Serbia, ricordano le fonti, è spaccata al suo interno rispetto alla guerra scatenata dal presidente russo. Se Belgrado si è ufficialmente unita in sede Onu al fronte delle nazioni che hanno condannato l'invasione dell'Ucraina voluta da Vladimir Putin (senza però aderire alle Sanzioni), gruppi neocomunisti e di estrema destra hanno invece espresso il proprio sostegno al presidente russo.

Nel Paese, si fa notare, rimane ancora forte il sentimento anti occidentale e anti Nato, dopo i bombardamenti degli anni '90. A questo, vanno aggiunti gli storici legami culturali ed economici dalla Russia, dalla quale la Serbia dipende per il proprio approvvigionamento energetico. Un conflitto interno tra filo occidentali e filo russi potrebbe rallentare, se non compromettere, il percorso di avvicinamento della Serbia all'Unione europea, oltre che scatenare la reazione del vicino Kosovo, innescando nuove tensioni nei Balcani.

(di Marco Liconti)

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