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Ucraina, guerra non ferma azienda: al lavoro con pc nei rifugi sotterranei

06 aprile 2022 | 12.51
LETTURA: 2 minuti

La società gestisce un progetto per una compagnia americana e collabora con un soggetto ucraino

(Foto da Luciano Castro)
(Foto da Luciano Castro)

Uffici improvvisati in rifugi sotterranei per continuare a lavorare nonostante la guerra. Nell'Ucraina, martoriata da un conflitto che dura ormai da oltre 40 giorni, c'è anche chi cerca di mantenere un'impossibile quotidianità continuando a lavorare al pc in nascondigli sottoterra, interrotti dal rumore delle bombe o delle sirene di allarme. "La mia azienda gestisce un progetto per una società americana e collaboriamo con una società ucraina - QATestLab - da diversi anni", racconta all'Adnkronos Luciano Noel Castro, ceo e founder di 'Castro&Partners' che aggiunge: "Hanno continuato in maniera imperterrita a lavorare. Hanno sempre lavorato da remoto e, grazie a ciò e al fatto che collaborano con aziende fuori dall'Ucraina, hanno continuato a farlo anche adesso, in situazioni estreme, mantenendo l'esecuzione di questo progetto".

Qualche collaboratore, da Kiev, è stato costretto a spostarsi al Sud. Alcuni insieme alla propria famiglia e ai bambini. "Durante le call - racconta Luciano Castro - a volte si sentivano i bombardamenti o le sirene ed erano costretti a scappare. Si sono attrezzati per lavorare anche se le loro giornate sono scandite in maniera diversa". "Alcuni collaboratori sono andati via, in altri Stati come la Polonia o la Repubblica Ceca, ma per la maggior parte sono rimasti in Ucraina anche perché da alcune zone non è semplice andar via", sottolinea il ceo e founder di 'Castro&Partners'. "E' sorprendente - commenta Luciano Castro, che è anche a capo della missione 1.2 del Pnrr al ministero dell'Innovazione tecnologica per il passaggio al cloud della Pa - sono riusciti a mantenere l'esecuzione del lavoro, nonostante la tensione e l'ansia, senza interruzioni significative".

Il ceo e funder di 'Castro&Partners', che è con loro in contatto, spiega che "la tensione è crescente e c'è malessere per la situazione. Ma sono stati loro a chiedermi di continuare nel progetto, li aiuta a mantenere una routine e un contatto con una certa forma di quotidianità". "Il loro messaggio è che, a prescindere da tutto, non sono stati piegati - conclude Luciano Castro - Continuano a lavorare come prima, adattandosi a situazioni difficili anche solo da immaginare".

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