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Ucraina, i Frati di Assisi: "Zuppi inviato in missione di pace può aprire canali"

27 maggio 2023 | 18.17
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"Non ci sono vere iniziative diplomatiche, missione ci dà tanta speranza, se d’intesa con Segreteria Stato può attivare processo"

Il cardinale Matteo Zuppi (Fotogramma)
Il cardinale Matteo Zuppi (Fotogramma)

Un dialogo sulle questioni umanitarie può contribuire ad aiutare - seppure siano piani diversi -anche quello politico. Ne è convinto fra Giulio Cesareo, portavoce dei Frati di Assisi, pensando alla missione di pace in Ucraina che il Papa ha affidato al cardinale Matteo Zuppi che nel suo background ha svolto con successo il compito di mediatore nel processo di pacificazione che portò alla fine della guerra civile in Mozambico.

“L’importante è cominciare a parlare. Siamo grati al Papa, alla Santa Sede, a Zuppi. Se si comincia a parlare di questioni umanitarie - osserva all’Adnkronos il portavoce del Sacro Convento di Assisi - ben venga. A parte il fatto che le persone vengono sempre prima. Il cardinale Zuppi ha tanta esperienza, penso al Mozambico. Se da questo si possono aprire canali, c’è speranza che si arrivi ad altro. L’annuncio di questa missione ci ha dato tanta speranza”.

Il francescano sottolinea poi l’importanza del fatto che l’azione dell’inviato del Papa sia fatta in sinergia con la Segreteria di Stato del Vaticano: “Ho in mente l’idea del sassolino, che può diventare una valanga. Un’azione sapiente, d’intesa con la Segreteria di Stato che ha una esperienza diplomatica seria, può attivare un processo. Poi, i frutti non saranno domani ma possono diventare importanti. E’ la politica dei piccoli passi”.

Quella del Vaticano, come ha spiegato il cardinale Parolin, non sarà tanto una mediazione in senso stretto quando un aiuto nel percorso per la pace: “Io - osserva il frate francescano - non vedo vere iniziative diplomatiche attorno a questa guerra. Quindi anche la più piccola cosa, se si crea una breccia, un piccolo pertugio, poi, come dire, con un ‘piede di porco’ si possono fare cose più grandi”.

I frati di Assisi, sulla rivista San Francesco patrono d’Italia hanno ospitato una intervista a padre Stanislav Kava, custode di Santa Croce in Ucraina, nella quale il superiore dei Francescani spiega il perché vengano equivocate o sempre non comprese, “a volte anche in ambito cattolico”, le parole del Papa quando parla di “sofferenza dei due popoli” riferendosi a russi e ucraini. Padre Kava dice anche che sarà “vittoria di pace e non militare”. Conclude fra Giulio Cesareo: “Stiamo dando poco spazio alla voce della Chiesa in Ucraina. Parliamo molto noi, anche come cattolici, ma non si ascoltano molte voci della Chiesa cattolica in Ucraina".

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