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Ucraina: industria in sofferenza su materie prime, urgenti misure, Mise valuta dazi

08 marzo 2022 | 20.26
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L'industria italiana entra in forte sofferenza a causa dei nuovi rincari di energia e materie prime dovute al conflitto in atto tra Russia e Ucraina: con gli attuali prezzi del gas alle stelle e un costo dei metalli, dal nichel all'alluminio, necessari a molte produzioni, le aziende cominciano ad avere il fiato corto. Non è ancora un allarme ma qualcosa di molto vicino: già oggi alcune filiere hanno annunciato una riorganizzazione della produzione ed altre ci stanno pensando. E' la siderurgia il settore più penalizzato. Da Nord a sud è difficile far quadrare i bilanci con una bolletta energetica che secondo le stime di Confindustria potrebbe salire da 37 mld a 51mld nel 2022.

Se le Acciaierie Sicilia annunciano una riprogrammazione della produzione e la Cogne acciai, pur in presenza di commesse record, si appresta a chiedere la cigs per i suoi operai per eventi imprevisti, i siderurgici bresciani e veneti, a quanto si apprende, starebbero valutando in queste ore u no stop temporaneo 'a singhiozzo' nelle giornate in cui il prezzo dell'energia è più alto per lavorare nel weekend quando i prezzi sono più agibili e monitorare poi l'andamento della settimana. Segnali di difficoltà sembrerebbero arrivare anche dall'ex Ilva di Taranto per la quale in questo momento il prezzo del gas rappresenterebbe "un grosso problema".

Anche l'automotive è in forte affanno; l'effetto domino nel settore del cablaggio tra Ucraina Germania e Italia si sta facendo sentire con il fermo di molte aziende della componentistica italiana, come denuncia l'Anfia. E suonano l'allarme per possibili stop anche le cartiere mentre il settore della ceramica già da tempo aveva annunciato i suoi problemi produttivi alle prese con prezzi energetici insostenibili. E minaccia il fermo anche la filiera tessile di Prato.

Ed è proprio a fronte "dei preoccupanti segnali di riduzione e sospensione temporanea delle produzioni", che Confindustria ha convocato oggi, con procedura d'urgenza, il proprio direttivo per un'analisi della situazione sollecitando "misure straordinarie". E tra le proposte urgenti offerte dal Parlamentino di viale dell'Astronomia all'intervento del governo ci sono una "iniziativa concertata comunitaria per un comune prezzo regolato del gas, che tuteli industria e occupati da prezzi folli e molto diversi dai reali contratti di approvvigionamento in essere" e la "sospensione straordinaria a tempo degli Ets, che oggi penalizzano l’industria italiana più decarbonizzata di altre". A questo Confindustria somma la revisione del costo marginale per fissare il prezzo orario dell’elettricità ma anche "la modifica radicale" del mix energetico italiano".

Il governo intanto è al lavoro per cercare di sostenere le aziende italiane in questo difficile passaggio economico. Il Mise sta infatti verificando la possibilità "di introdurre restrizioni come dazi e autorizzazioni all’export su alcune materie prime destinate alle esportazioni ma che servono alla nostra industria".Il riferimento, come spiegano da via Molise, è ai materiali quali rottami di ferro, rame, argilla, nichel, prodotti per l’agricoltura. "Siamo al lavoro con ritmi molto serrati per avere al più presto un quadro preciso della situazione e formulare le risposte e proposte che servono alle nostre industrie in questo momento drammatico", rassicura il ministro dello sviluppo Giancarlo Giorgetti che ha in questi giorni dato il via ad una task forces, dal calendario impegnativo, il primo round già domani con le industrie e il mondo cooperativo, per far fronte alle difficoltà delle aziende che operano in Russia e Ucraina.

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