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Ucraina, Macron: "Genocidio? Attenti alle parole". Monito della Cina

13 aprile 2022 | 11.40
LETTURA: 2 minuti

Dopo l'accusa di Biden alla Russia, il presidente francese parla di "escalation delle parole". Pechino: "Non esacerbare tensioni"

Afp
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Emmanuel Macron vuole essere "prudente" con i termini mentre prosegue la guerra in Ucraina, rifiuta una "escalation delle parole", denunciando "crimini di guerra", dopo che ieri sera per la prima volta Joe Biden ha usato la parola "genocidio" per descrivere le atrocità nel Paese a seguito dell'invasione russa.

"E' accertato che sono stati commessi crimini di guerra da parte dell'esercito russo - ha detto Macron - ora bisogna trovare i responsabili e andare davanti alla giustizia". "Genocidio ha un significato - ha proseguito su France 2, mentre la Francia si prepara al ballottaggio delle elezioni presidenziali -. Il popolo ucraino, il popolo russo sono popoli fratelli. E' una follia quello che sta accadendo". Ma, ha proseguito parlando di una "situazione inaccettabile", allo "stesso tempo guardo i fatti e voglio cercare il più possibile di continuare" a lavorare per "fermare questa guerra" e "quindi non sono sicuro che l'escalation delle parole serva alla causa" della pace.

CINA: "NON ALIMENTARE FIAMME" - La comunità internazionale "dovrebbe cercare di calmare la situazione" in Ucraina, "non alimentare le fiamme", e "dovrebbe spingere per una soluzione diplomazia, non esacerbare le tensioni", la posizione espressa dal ministero degli Esteri cinese, secondo quanto riporta il Global Times, dopo le parole di Biden sull'invasione russa, che Pechino non ha mai condannato.

KIEV

Kiev "delusa" da Emmanuel Macron, che non vuole riconoscere il "genocidio" commesso dai russi in Ucraina, come fa invece Joe Biden. "La riluttanza del presidente francese nel riconoscere il genocidio degli ucraini dopo tutte le dichiarazioni esplicite da parte della leadership russa e delle azioni criminali delle truppe russe è deludente", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri ucraino, Oleg Nikolenko, citato dall'agenzia di stampa Ukrinform.

"Un popolo fratello - ha detto, citando le parole di Macron, secondo cui russi e ucraini sono "fratelli" - non uccidono i bambini, non sparano ai civili, non stuprano le donne, non mutilano gli anziani e non distruggono le case di un altro popolo 'fratello'. Anche i nemici più feroci non commettono atrocità contro persone indifese. Al momento non ci sono basi morali o reali per parlare di 'legami fraterni' tra il popolo russo e quello ucraino".

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