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Ucraina, Papa: "Disponibile ad andare a Kiev ma non so se è conveniente"

03 aprile 2022 | 21.51
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"Putin? Non l’ho sentito ma gli direi ciò che ho detto a tutte le autorità"

(Afp)
(Afp)

Il Papa conferma la disponibilità ad andare a Kiev ma dice che non sa se la cosa sia realizzabile e conveniente. "La guerra è sempre crudeltà, una cosa inumana che va contro lo spirito umano. Io sono disposto a fare tutto quello che si possa fare, la Santa Sede ha tutta una parte diplomatica, Parolin, Gallagher stanno facendo di tutto, non si può pubblicare tutto quello che fanno per motivi di sicurezza", dice Bergoglio sul volo di ritorno da Malta.

"Siamo al limite del lavoro. Ci sono due viaggi possibili: uno di inviare il cardinale elemosiniere Krajewski - che è già stato due volte ad aiutare gli ucraini - a visitare gli ucraini in Polonia, lo farà. L’altro viaggio che qualcuno mi ha chiesto è di andare a Kiev: dico con sincerità che io avevo in mente di andarci, la disponibilità c’è sempre, non c’è il no, sono disponibile, è sul tavolo: ma non so se si potrà fare e se sarà conveniente farlo. E' nell’aria tutto questo. E poi da tempo si pensa a un incontro con il patriarca Kirill: si sta lavorando per realizzarlo, si pensa di farlo in Medio Oriente".

Il Papa di recente non ha sentito il leader del Cremlino Putin ma sulla guerra in Ucraina gli direbbe le stesse cose che ha detto alle altre autorità. "Gli direi le cose che ho detto alle autorità di ogni parte, sono pubbliche - dice Bergoglio sul volo di ritorno da Malta -. Nessuna delle cose che ho detto è riservata per me. Ho parlato col patriarca, lui ha fatto una bella dichiarazione di quello che ci siamo detti. Il presidente della Russia mi ha chiamato a fine anno per farmi gli auguri. Il presidente dell’Ucraina l’ho sentito due volte".

"Ho pensato il primo giorno della guerra di andare all’ambasciata russa presso la Santa sede, che rappresenta il popolo, per fargli domande e dire le mie impressioni, questi sono i contatti ufficiali. Anche ho sentito l’arcivescovo maggiore di Kiev Schevchuk - ricorda - e poi ho sentito ogni tre giorni la giornalista Elisabetta Piquet, che adesso è a Odessa: lei mi dice come vanno le cose. Ho parlato con il rettore del seminario. Vorrei darvi le condoglianze per i vostri colleghi che sono caduti, siano della parte che siano, il vostro lavoro è per il bene comune, sono caduti a servizio del bene comune, non dimentichiamoli, sono stati coraggiosi. Io prego per loro perché il signore dia loro il premio per il loro lavoro". Cosa direbbe a Putin? "Il messaggio che ho dato a tutte le autorità, quello che dico pubblicamente. Non ho un doppio linguaggio, è sempre lo stesso".

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