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Ucraina, prosegue la corsa dei prezzi dei cereali

07 maggio 2022 | 15.24
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"Nessun ribasso in vista". Lo stima Stefano Forbicini, responsabile ufficio sementi e concimi di Consorzi Agrari d'Italia (Cai) intervistato dall'Adnkronos

(Fotogramma)
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"Ad oggi non si vede una possibilità di un ribasso dei prezzi dei cereali, in particolare del grano tenero, né in Italia né altrove". Ad affermarlo è Stefano Forbicini, responsabile ufficio sementi e concimi di Consorzi Agrari d'Italia (Cai), parlando con l'Adnkronos in merito alla situazione delle tensioni sui prezzi e alla reperibilità delle materie prime agricole a fronte della crisi russo-ucraina.

La tensione sui prezzi era iniziata già nell'estate 2021 per le scorte basse del raccolto 2021 che, a livello mondiale è stato basso, a causa dell'esplodere della guerra in Ucraina si è verificata un'ulteriore tensione sui mercati, in quanto questo Paese è uno dei maggiori produttori di cereali e di semi di girasole (con circa il 50% della produzione mondiale).

"I prezzi sul mercato italiano, che fa riferimento alla Borsa di Bologna, la scorsa settimana si sono stabilizzati ma su livelli altissimi. - spiega Forbicini - e a fine giugno si attendono le nuove produzioni. Il prezzo del grano tenero comunque, viene influenzato dalla Borsa di Chicago (ai massimi degli ultimi 5 anni) e da quella di Parigi - precisa l'esperto - mentre il prezzo del grano duro non ha quotazioni future e dunque non è soggetto a speculazioni".

Per aver il quadro della situazione "bisognerà vedere l'entità dei raccolti mondiali la prossima estate: se ci saranno raccolti buoni probabilmente la situazione si potrà stabilizzare ma in mancanza di produzione ucraina e anche russa, a causa degli embarghi su molti mercati, tenderà a far rimanere i prezzi alti" spiega il dirigente di questa realtà importante nel panorama nazionale che aggrega numerosi consorzi e si occupa della vendita ai trasformatori dei cereali.

"Il prodotto ucraino e russo va molto verso i mercati africani e asiatici più che sul mercato nazionale - aggiunge Forbicini - e quindi i paesi del Nord Africa che sono forti importatori di grano ucraino, in primis l'Egitto, e il Centro Africa, subiscono di più gli effetti anche per le condizioni di maggiore difficoltà di questi paesi".

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