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Ucraina-Russia, Nicolai Lilin: "Colpa Occidente è non aver capito Putin, non è Gorbaciov"

10 marzo 2022 | 18.25
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Nicolai Lilin (Fotogramma)
Nicolai Lilin (Fotogramma)

La nostra colpa è non aver capito chi è Putin. Lo trattiamo come Gorbaciov ma non è come lui. Putin è cattivo, determinato, intelligente ed estremamente lucido. Ha una lucidità quasi diabolica, non è un visionario della politica come Gorbaciov. Lui tratta e intanto prepara la guerra”. Nicolai Lilin non usa giri di parole per descrivere il presidente russo, Vladimir Putin. Conversando con l'Adnkronos, lo scrittore di ‘Educazione siberiana’, nato in Transnistria nel 1980 e cittadino italiano, analizza i motivi del conflitto, puntando il dito contro Putin ma senza risparmiare l’Occidente, che definisce “cieco”. “Siamo stati miopi nei confronti di Putin, sordi ai suoi messaggi - spiega Lilin -. L’Occidente doveva riunirsi compatto, risolvere in modo diplomatico le questioni che preoccupavano i russi. Invece hanno continuato a fare affari con lui. Da una parte lo abbiamo demonizzato mentre dall’altra lo abbiamo idealizzato. Dovevamo creare una visione coerente di questo personaggio. Avremmo potuto evitare tutto questo”.

La tragedia dell’Occidente, secondo Lilin, è di costruire e vivere la propria quotidianità economica e sociale applicando doppi standard. “Sostenere l’invasione americana in Iraq era eticamente accettabile - sottolinea -. I bambini iracheni non suscitavano compassione, quelli ucraini sì. Io ho vissuto 5 guerre e per me un morto non era un nemico ma un umano. Così funziona se non si è ipocriti. Io oggi vedo tanta ipocrisia e volontà di fare i propri comodi, non l’interesse del popolo”.

L’Ucraina rispetto alla Russia “militarmente è come Davide contro Golia - osserva Lilin -. L’Ucraina non ha forze missilistiche moderne, non ha aviazione, il cielo è dominato dai russi”. Eppure, secondo lo scrittore, inviare armi dall’Ue all’Ucraina è una decisione da valutare attentamente “Farei attenzione - dice -. L’Italia ripudia la guerra, è scritto nella Costituzione, non può partecipare ai conflitti armati in alcun modo. Dobbiamo essere coerenti, ne andrebbe anche della nostra morale ed etica”.

La strada della diplomazia è preferibile “ma non bisogna aspettarsi un cessate il fuoco presto - fa notare Lilin -. Questo tipo di negoziati sono molto complicati e l’’Ucraina sta negoziando con la pistola puntata in faccia". Dal canto suo, la Russia ha invece "la consapevolezza che il mondo occidentale le si è rivelato apertamente ostile”. La Cina, in questo senso, può essere un “valido mediatore” ma, rimarca Lilin, “sappiamo che l’Occidente nei confronti di Pechino ha una posizione molto dura”. La figura ideale per mediare sarebbe l’ex cancelliera tedesca Angela Merkel. “E’ la più adatta in questo dialogo - dice lo scrittore - perché ha un rapporto umano con Putin. Entrambi provengono inoltre dalla realtà della Germania dell’Est, Putin lì lavorava, Merkel lì si è formata come giovane politica e tra loro c’è già un rapporto, perché non sfruttarlo ora?”

Nonostante le sanzioni economiche, secondo Lilin, Putin non è stato messo all’angolo, contrariamente a quanto ritiene l’Occidente. “Si commette un enorme errore storico - fa notare - quando si considera la Russia solo dalla parte occidentale. Gran parte del Paese è Asia. La Russia, solo per quel che riguarda l'energia, ha un accordo con la Cina di 18 trilioni di dollari l’anno, senza parlare di materie prime. Poi ci sono il Pakistan, l’India, che comprano anche armi. Quattro giorni fa l’oligarca russo Oleg Deripaska ha detto ‘Se l’Occidente non ci vuole facciamocene una ragione, costruiamo una cortina di ferro, spostiamo la capitale e cominciamo a vivere con il mercato asiatico’. Secondo lui in tre anni faranno dell’Asia un nuovo Occidente. Le sanzioni colpiscono il ceto medio in Russia. Le barche sequestrate? Ne possono comprare una al giorno. L’Occidente subirà il danno maggiore”.

A questo scenario Putin era preparato. “Hanno aumentato le risorse bancarie di 5 volte - evidenzia Lilin -. L’ultima cosa che gli interessa è il popolo russo, che in questi anni si è adattato. Con le sanzioni abbiamo tagliato un’importante fetta della cultura e dell’entità geografica occidentale russa. Non si può chiudere così, la Russia ha sempre fatto parte dell’Occidente. Le opere d’arte richiamate da Milano? Se inizi a vietare Dostoevskij, a licenziare i direttori d’orchestra, a rifiutare gli artisti russi, a Mosca non stanno a guadare col sorriso, anche loro hanno dignità e amor proprio". Ma cosa vuole Putin? “Desidera che il mondo riconosca l’indipendenza delle Repubbliche che si sono autoproclamate indipendenti. Vuole che l’Ucraina si trasformi in un Paese satellite della Russia, non la vuole in Europa o nella Nato. Non credo, però, che le sue ambizioni vadano oltre i confini ucraini. Penso voglia controllare solo la metà dell'Ucraina”.

Per farlo, tuttavia, non userà armi chimiche. “Se lo facesse - osserva Lililin - per tutto il mondo sarebbe un mostro. Non avrebbe più speranze di avviare alcun dialogo. I suoi stessi partner geopolitici gli volterebbero le spalle. Lui sta conquistando l’Ucraina lentamente”. Guai però a paragonare il presidente russo a Pietro il Grande o a Hitler: “I paragoni sono molto pericolosi - dice Lilin -. Molti dicono ‘Putin è un pazzo’ ma non si è svegliato una mattina ordinando di invadere l’Ucraina. Era un’operazione premeditata. Ha cercato per anni di dare un messaggio agli occidentali, di innescare una trattativa ma all’Occidente andava bene così, gli unici che vincono in questa situazione sono gli Stati Uniti”.

Lo scrittore si dice d’accordo con la Cina, secondo la quale la colpa della crisi in Ucraina sarebbe di Usa e Nato. “Non sono d’accordo con il fatto che la Nato si muova in modo così sproporzionato ad Est - ammette Lilin -. Sapere che ci sono missili nucleari puntati contro la Russia in Polonia è già per i russi un pericolo. Come fai a commerciare ed essere partner quando ti puntano un’arma in faccia? Sei un suddito, non un partner e i russi non vogliono essere sudditi”. Contrariamente a quanto afferma qualche intellettuale, Putin non sarebbe manovrato da nessuno. “Putin rappresenta sé stesso - argomenta -. E' unico, lui è il potere. Gli oligarchi russi non sono come quelli occidentali, che sono liberi. Sono i portafogli umani di Putin. Lui ha tutti attorno, sono inginocchiati ma dietro non ha nessuno”. (di Federica Mochi)

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