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Ucraina-Russia, popolo ucraino vero protagonista della guerra

13 febbraio 2023 | 16.58
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Ha mostrato da subito la volontà di resistere, di preservare nel concreto i tre principi costitutivi dello Stato, del suo Stato, ovvero Popolo, Territorio e Sovranità

(Fotogramma)
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Pochi giorni separano i protagonisti, e gli spettatori, della guerra in Ucraina dal primo, drammatico, compleanno dell’invasione russa. Pochi giorni che il popolo ucraino, vero protagonista di questa guerra, vive, come tutti i precedenti, con una forza d’animo, un coraggio che nessuno si aspettava: non se lo aspettava Putin che pensava di aprire e chiudere la sua ‘Operazione militare speciale’ senza inciampi, non lo pensava ma lo sperava l’Occidente dei governi e quello dei popoli, sicuramente non lo pensavano strateghi ed esperti vari di guerra. Un protagonista, il popolo ucraino, che ha mostrato da subito la volontà di resistere, di preservare nel concreto i tre principi costitutivi dello Stato, del suo Stato, ovvero Popolo, Territorio e Sovranità. Un protagonista che sembra essere invece costantemente dimenticato da quanti ritengono che la resistenza ucraina sia legata solo alla testardaggine di Zelensky, promossa e sostenuta dagli Usa attraverso il costante apporto di risorse militari.

Un esempio di questa interpretazione del proseguire della guerra in corso è venuto dal leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, secondo il quale stiamo assistendo alla “devastazione” dell’Ucraina e “alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili” mentre bastava che Zelensky “cessasse di attaccare le due Repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto". Per arrivare alla pace, secondo Berlusconi, “il presidente americano dovrebbe prendersi Zelensky e dirgli ‘è a tua disposizione dopo la fine della guerra un piano Marshall per ricostruire l'Ucraina. Un piano Marshall di 6-7-8-9mila miliardi di dollari a una condizione: che tu domani ordini il cessate il fuoco, anche perché noi da domani non ti daremo più dollari e non ti daremo più armi’”. Parole che, al di là della ricaduta sulla politica interna italiana, hanno valso a Berlusconi la risposta del portavoce del ministero degli Esteri ucraino Oleg Nikolenko, secondo il quale “le assurde accuse al Presidente ucraino sono il tentativo di baciare le mani di Putin, che sono immerse nel sangue. Un tentativo di dimostrare la sua lealtà al dittatore russo". Berlusconi, per Nikolenko, "deve rendersi conto che diffondendo la propaganda russa, sta incoraggiando la Russia a continuare i suoi crimini contro l'Ucraina, e quindi ha una responsabilità politica e morale". Il portavoce del ministero degli Esteri ucraino ha aggiunto: "Apprezziamo invece molto la pronta risposta del premier italiano Giorgia Meloni, che ha riaffermato l'incrollabile sostegno del governo italiano all'Ucraina dopo le inaccettabili dichiarazioni di Berlusconi".

Un teorema, quello cui anche Berlusconi ha aderito e contro il quale si è invece speso tra gli altri il politologo Angelo Panebianco in un recente editoriale, che vuole ridurre Zelensky a marionetta degli Stati Uniti e i suoi connazionali a vittime sacrificali nello scontro fra gli Usa e la Russia. Un teorema che è basato sulla sistematica sottovalutazione di ciò che vogliono, e per cui muoiono, gli ucraini, ovvero una cosa molto semplice e molto difficile: continuare ad essere ucraini. (di Giannandrea Carreri)

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