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Ucraina-Russia, tir carico di aiuti da Trapani a Leopoli

15 marzo 2022 | 16.47
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L'associazione culturale Ucraina Mediterranea impegnata dalla Sicilia per l'assistenza ai profughi

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Prodotti a lunga conservazione, cibo in scatola, farmaci per il primo soccorso e prodotti per bimbi e neonati: quelli raccolti a Trapani e provincia dall'associazione culturale Ucraina Mediterranea hanno già riempito 27 pedane da camion, inviate a Verona. Ne mancano ancora 5, in arrivo questa settimana, per ultimare il carico e far partire l'autoarticolato di aiuti, diretto a Leopoli.

"La città accoglie profughi da tutta l'Ucraina, soprattutto donne e bambini. C'è veramente una grandissima emergenza umanitaria. Mio fratello mi racconta che nei negozi non c'è più nulla, in tutte le scuole sono accolte donne e bambini, in sosta prima di partire ancora", racconta all'Adnkronos Olga Mulyak, presidente di Ucraina Mediterranea, l'associazione nata per riunire la comunità ucraina di Trapani, ora impegnata tanto sul fronte degli aiuti da raccogliere e inviare, quanto su quello dell'accoglienza profughi, in stretta collaborazione con il Comune.

"Diamo assistenza alle persone appena arrivano, accogliendole innanzitutto nelle nostre case, prima che la macchina organizzativa di Comune, Provincia e Prefettura si organizzi. Offriamo loro anche supporto linguistico e culturale e aiuto per la documentazione amministrativa, oltre a ciò che gli serve per i primi giorni, come pigiama, spazzolino e ciabatte, dato che arrivano qui solo con degli zainetti", spiega la presidente, che nella sua casa di Trapani ospita dallo scorso 5 marzo sei persone fuggite da Leopoli: sua madre, sua cognata con i due figli e la sorella della cognata, con un bebè.

"Ho insistito io a farle venire, perché la nostra casa a Leopoli è a 500 metri in linea d'aria dall'aeroporto militare. Siccome tutti i punti strategici venivano bombardati, ho temuto che la casa venisse colpita. Per questo li ho fatti venire, perché non penso che i bambini possano perdere la vita cosi", dice Olga, che in Ucraina ha ancora tanti parenti, incluso il fratello e il padre.

"Mia mamma - racconta - si preoccupa per loro. Ha ancora sul cellulare l'allarme aereo, e ogni volta che di notte suona, li chiama. Loro quando scatta l'allarme, devono scendere in cantina".

Suo padre, che ha compiuto ieri 65 anni, potrebbe scappare dal Paese, ma non vuole farlo, perché - spiega la presidente di Ucraina Mediterranea - "lui aiuta la nostra associazione a Leopoli ed è incaricato di ricevere la merce, controllare che arrivi e che vada nei punti in cui c'è bisogno, come scuole e ospedali, e comunque che sia destinata ai profughi".

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