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Ucraina, Sabatini (Crusca): Né genocidio né denazificazione nel conflitto in corso"

05 maggio 2022 | 18.04
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"Anche la lingua è un'arma di propaganda, specie in periodo di guerra"

Ucraina, Sabatini (Crusca): Né genocidio né denazificazione nel conflitto in corso

"O in senso proprio nel conflitto in Ucraina o in senso metaforico nella lotta al Covid, i termini che possono definirsi 'bellici', come guerra, battaglia, strage, coprifuoco, scoppio, vengono usati con una frequenza molto più alta del solito, nel linguaggio politico come in quello dei media e in quello parlato. Per certi aspetti, è inevitabile", afferma il linguista Francesco Sabatini, presidente onorario dell'Accademia della Crusca, intervistato dall'AdnKronos, sottolineando che "in tempo di guerra, anche la lingua è un'arma".

Parlando della guerra 'vera', quella che si combatte in Ucraina, emergono termini come 'denazificazione', da parte della propaganda di Putin come giustificazione dell'invasione, o 'genocidio', da parte di Zelensky quale accusa all'invasore... sono usati correttamente? "Non sembrano fondati nessuno dei due - risponde Sabatini - Nessuno può credere a Putin quando descrive la guerra contro l'Ucraina come una guerra al nazismo, per fare la quale almeno linguisticamente serve uno Stato e un sistema nazista da sconfiggere, che non esiste. Quanto al genocidio, derivando dal greco 'ghenos' poi ripreso dal latino 'gens', presuppone l'intenzione di uccidere un'intera stirpe, di un'intera etnia, di un intero popolo, che non sembra essere il caso del popolo ucraino".

Osserva quindi il presidente onorario dell'Accademia della Crusca: "Nelle situazioni di emergenza, le parole forti prevalgono, anche se usate in senso metaforico come è stato per la descrizione della 'guerra' al Covid, della 'battaglia' contro il virus, della 'resistenza' dei vaccini, delle zone rosse sotto 'assedio', del 'coprifuoco' per la chiusura di determinate piazze o attività. Del resto, anche per l'arrivo del Covid si è parlato di 'scoppio' della pandemia... I termini aggressivi del resto vengono usati sempre in senso metaforico anche per cose positive come la 'guerra' alla fame o alla povertà", chiosa Sabatini.

(di Enzo Bonaiuto)

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