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Ucraina, Tricarico: "Armi nucleari? Rischio reazione scomposta Russia"

13 settembre 2022 | 19.27
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All'Adnkronos il generale, presidente della Fondazione Intelligence Culture and Strategic Analysis ed ex capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica militare

(Afp)
(Afp)

"La fase odierna, anziché essere oggetto di ottimismo largamente e diffusamente manifestato, dovrebbe essere motivo di preoccupazione perché, ammesso e non concesso che sia una fase in cui uno dei due contendenti viene schiacciato in un angolo da cui non abbia via di uscita, è evidente che il rischio di una reazione scomposta e sproporzionata diventa più concreto". E' quanto afferma all'Adnkronos il generale Leonardo Tricarico, presidente della Fondazione Icsa (Intelligence Culture and Strategic Analysis) ed ex capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica militare sulla controffensiva ucraina e il rischio che da parte della Russia vengano usate armi nucleari tattiche.

"Già il fatto che ogni tanto venga evocato, pure in mera forma di possibilità, l'uso di armi altamente letali deve destare preoccupazione e deve soprattutto risvegliare il senso di responsabilità, ormai sopito per usare un eufemismo, in molti Paesi che, nel conflitto russo-ucraino, si stanno guardando bene dal cercare una composizione pacifica attraverso un cessate il fuoco e una tregua", osserva Tricarico.

"Troppi Paesi stanno tradendo lo spirito e la lettera del Trattato Nord Atlantico laddove questo, all'articolo 1, vincola i Paesi membri a risolvere con mezzi pacifici ogni controversia che li possa vedere coinvolti - continua - E' straordinario rilevare come quasi nessuno dei Paesi membri, segnatamente quelli che dovrebbero continuare ad avere un ruolo guida, abbia mai mosso un dito per adottare comportamenti consoni al patto fondante del nostro stare insieme militarmente".

"Personalmente non credo che siamo vicini al ribaltamento dell'equilibrio in campo, ma ad una fase tattica conseguita semmai con maggiore rapidità rispetto al passato quando si lottava per settimane e per piccole porzioni di territorio - prosegue il presidente della Fondazione Icsa - E' deludente anche notare come l'Europa in quanto tale sia completamente evaporata quando invece le diplomazie dei Paesi più significativi dovrebbero costituire un nucleo contraddistinto da una visione comune che possa intervenire per promuovere un cessate il fuoco e un negoziato, in caso contrario i rapporti tra Paesi alleati o amici rischiano di risentirne".

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