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Ucraina, Verni (Difesa Online): "Annessione? Per comunità internazionale voto non valido, nervi saldi"

29 settembre 2022 | 17.24
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(Guerra Ucraina - Fotogramma)
(Guerra Ucraina - Fotogramma)

"La comunità internazionale, nonostante le recenti dichiarazioni russe in merito alla legittimità dei suddetti referendum, al loro corretto svolgimento ed alla loro rispondenza al diritto internazionale, non vuol riconoscere ad essi alcuna validità. Ora più che mai, occorre mantenere i nervi saldi". E' quanto afferma all'Adnkronos l’avvocato Marco Valerio Verni, responsabile Area Diritto di ‘Difesa Online’, dopo l'annuncio, arrivato da Mosca, dell'adesione alla Russia dei territori del Donbass in Ucraina dove si è appena tenuto un referendum bollato da Kiev e dalla comunità internazionale come una farsa.

"Formalizzata l'annessione delle aree interessate (le autoproclamate Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk ed i 'territori liberati') alla Russia, ove l'Ucraina volesse rioccuparle, potrebbe passare lei, soprattutto nell'ottica di Mosca, dalla parte dell'aggreditrice, con tutto quello che ne deriverebbe. Ci sarebbe, insomma, un potenziale ribaltamento di posizioni quantomeno nelle percezioni russe - conclude - Il che potrebbe avere una rilevanza anche per la propaganda esterna ma, soprattutto, interna, da una parte, e per il morale delle stesse truppe russe, dall'altra. Un conto è aggredire, un conto essere aggrediti".

Sul tema della minaccia dell'uso delle armi nucleari e sulle strade che può percorrere la comunità internazionale contro questo rischio, Verni osserva: "È fondamentale cercare fin da subito di contrastare già la 'semplice' minaccia, anche perché, il solo fatto di ricorrere ad essa, non è affatto da sottovalutare. Questo è talmente vero che, anche in punto di diritto, si parla sia di minaccia che, naturalmente, di uso delle armi nucleari, anticipando la soglia di pericolo, evidentemente, già al semplice paventare il loro utilizzo".

"Nel parere consultivo espresso dalla Corte di Giustizia Internazionale sul punto, nel 1996, si è stabilito che, in linea generale, la minaccia, appunto, o l’uso delle armi nucleari sono da considerarsi in contrasto con le regole del diritto internazionale nel contesto di un conflitto armato, e in particolare vanno considerati in violazione dei principi e delle regole del diritto umanitario - prosegue - Tuttavia, si è anche riconosciuta l'impossibilità, almeno in quel momento, di pronunciarsi su una situazione estrema, quale quella in cui uno Stato intenda usare l’arma nucleare per difendersi da un attacco che ne minacci la sua stessa sopravvivenza".

Verni ricorda che "quando si arriva a minacciare il ricorso alle armi nucleari è sempre difficile prevedere il futuro. Occorre mantenere un difficile equilibrio tra il conservare i nervi saldi ed il ricorrere, comunque, a comportamenti deterrenti nei confronti di chi abbia minacciato tale uso. In queste ore, Russia e Nato si sono scambiati delle accuse importanti, incolpandosi vicendevolmente di aver minacciato - l'altro per primo - il ricorso ad armi non convenzionali".

"Generalmente parlando, un conflitto nucleare non conviene a nessuna delle parti che potenzialmente potrebbero farvi ricorso, viste le catastrofiche conseguenze che per essi, ma anche per il mondo intero, ne potrebbero derivare - prosegue - Anche un uso di armi nucleari tattiche, infatti, che teoricamente dovrebbero avere un impatto più limitato rispetto a quelle strategiche, potrebbe sfuggire di mano".

"Senza considerare che non è affatto scontato che l'impatto suddetto possa davvero essere circoscritto, dal momento che la potenza degli armamenti nucleari tattici può raggiungere, oggi, potenze distruttive di un certo rilievo - conclude - Paradossalmente, la possibile soluzione risiede nella consapevolezza, da parte dei contendenti, proprio delle terribili conseguenze che l'utilizzo di certi strumenti potrebbe provocare".

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