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Ucraina, vice premier Olga Stefanishyna: "Siamo grati all'Italia per sostegno a ingresso in Ue, entro domenica questionario"

11 aprile 2022 | 16.51
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"Semaforo verde di Zelensky ad integrazione con Nato. Nei negoziati con la Russia c'è una linea rossa di principio che è indiscutibile: l'integrità territoriale e la sovranità dell'Ucraina. Dettiamo l'agenda, non saremo Svizzera o Israele, ma il centro dell'Europa"

Olga Stefanishyna, vice premier ucraino e ministro per l'Integrazione Euro-Atlantica
Olga Stefanishyna, vice premier ucraino e ministro per l'Integrazione Euro-Atlantica

(di Roberta Lanzara) - "Vorrei esprimere parole di gratitudine al governo italiano e agli italiani che stanno sostenendo la scelta ucraina di far parte della famiglia Ue. La trasformazione delle nostre relazioni bilaterali ed il cambio di approccio italiano nei confronti dell'Ucraina ha svolto il suo ruolo. Il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, sostenuto da tutti gli stati membri, compresa l'Italia, ha presentato personalmente il questionario per l'adesione al mio Paese, al nostro presidente Zelensky. Un segnale forte, di seguito al vertice di Versailles dove i leader avevano deciso l'ingresso dell'Ucraina nella famiglia dell'Unione europea". Ne parla in un'intervista esclusiva con l'Adnkronos Olga Stefanishyna, vice premier ucraino e ministro per l'Integrazione Euro-Atlantica.

La vice premier aggiunge: "Speriamo che a giugno, a capo del prossimo vertice dei leader dell'Unione, l'Italia sia forte nel sostenere l'aspirazione dell'Ucraina a ottenere lo stato di candidato. Noi entro domenica prossima trasferiremo il questionario compilato all'Ue. Stiamo preparando il testo per dargli forma. Il Presidente mi ha dato un'istruzione molto chiara di sette giorni". "Nonostante questa guerra sul nostro territorio e l'enorme sofferenza che tutti noi dobbiamo affrontare, è motivo di grande orgoglio per l'Ucraina che le nazioni europee, che prima non prestavano grande attenzione al nostro paese, stiano comprendendo quanto è stato fatto da noi negli anni precedenti la guerra. Il livello della nostra preparazione per l'adesione all'Ue è estremamente alto e sono particolarmente orgogliosa che paesi come l'Italia ne stiano diventando consapevoli".

Quindi un auspicio: "Confidiamo che il business e gli investimenti italiani tornino in Ucraina e raddoppino dopo la fine della guerra. E che la nostra ripresa sia congiunta e parte della famiglia europea già a partire da giugno di quest'anno".

Cosa pensa delle contestazioni rivolte a Kiev secondo cui la partecipazione dell'Ucraina alle esercitazioni militari della Nato avrebbero esacerbato le tensioni con Mosca?

"Penso siano esagerate. L'Ucraina ha partecipato annualmente a tutti i possibili esercizi della Nato negli ultimi 3 o 4 anni. Sono stupide e pazze le narrazioni russe dato che Mosca non ha minacciato l'invasione dell'Ucraina quando nel giugno 2021 tutti gli stati membri dell'Alleanza atlantica hanno confermato che l'Ucraina sarebbe diventata uno stato membro della Nato con un piano d'azione per l'adesione".

"Non c'è stata una sola minaccia neanche l'anno prima nel 2020", quando il presidente Volodymyr Zelensky ha approvato la nuova strategia di sicurezza nazionale dell'Ucraina, che prevede lo sviluppo del partenariato distintivo con la Nato con l'obiettivo dell'adesione alla Alleanza. "La Russia non ha nemmeno prestato attenzione. Il contesto di questa aggressione militare non è dunque correlato alla Nato, non è correlato a problemi di sicurezza, è legato alla riluttanza russa ad accettare che l'Ucraina sia una nazione democratica e unita. E in effetti ciò è dimostrato dai gravi attacchi russi e dalle vittime che si contano tra la nostra popolazione civile, che sono significativamente superiori in numero alle perdite tra le nostre forze militari".

Zelensky ha recentemente affermato che l'Ucraina non può aderire alla Nato. Ma allo stesso tempo afferma che la Nato non ha dato risposte chiare all'Ucraina e chiede la chiusura del cielo e aiuti illimitati. Lei è vice ministro per l'integrazione euro-atlantica. Sta lavorando per l'integrazione dell'Ucraina in Europa. Sta anche lavorando per l'integrazione con la Nato? Non teme che alcune richieste all'Alleanza atlantica, come la chiusura del cielo, possano portare a una terza guerra mondiale?

"Questa è un'ottima domanda. Molto semplicemente sulla Nato direi che sì, sono vice primo ministro per l'integrazione euro-atlantica, che fa parte del mio mandato. E che sono estremamente orgogliosa di ciò che abbiamo fatto in questi ultimi due anni. Ma anche vorrei aggiungere che difficilmente si può trovare un sostenitore campione dell'integrazione con la Nato più grande del presidente ucraino Zelensky, che è stato personalmente molto ispirato da questa idea e lo è ancora. Questo è per me semaforo verde, via libera a ciò che ho fatto e stiamo facendo".

"Fino al 24 febbraio, posso confermare che siamo stati il ​​più espliciti possibile, il più dedicati possibile affinché nel prossimo vertice di Madrid, che si svolgerà tra meno di due mesi (29 e 30 giugno 2022 - ndr), la Nato possa decidere di intensificare il processo di adesione dell'Ucraina al Patto atlantico o di inserirlo in prospettiva nei prossimi 10 anni. Questa nostra posizione è lì. Nulla è cambiato. Le aspirazioni euro-atlantiche sono integrali all'identità ucraina, sono in costituzione. Kiev è stata esplicita, in tutto e per tutto. Spetta alla Nato intensificare il processo decisionale. Se non è in grado di farlo, ricordo che la guerra ha luogo proprio ora. E noi abbiamo bisogno di decisioni adesso. Dunque altre decisioni e strumenti di garanzia dovrebbero essere forniti velocemente al mio paese, mentre si mobilita il consenso politico", sollecita.

Che intendete per consenso politico? "Mi riferisco a ciò che fa parte delle trattative bilaterali e tra l'altro ai contatti con i leader firmatari del Budapest memorandum (firmato il 5 dicembre 1994, con il quale l'Ucraina accettò di smaltire l'enorme scorta di armi nucleari che aveva ereditato in seguito alla dissoluzione dell'Urss - ndr). La logica è l'accordo tra Ucraina e Russia sulle garanzie di sicurezza - risponde il vice premier all'Adnkronos - Ci dovrebbe essere un gruppo più ampio di paesi che garantiscono l'integrità territoriale e la sovranità dell'Ucraina e che dovrebbero intervenire entro 24-72 ore da qualsiasi atto di aggressione come previsto dall'articolo 5 del trattato Nato. Quindi questo è qualcosa che potrebbe fungere da meccanismo in grado di fermare la guerra in questo momento, ma anche di prevenire altri tentativi di aggressione militare".

Come procedono i negoziati?

"Non faccio parte del team dei negoziati, facilitati dal presidente Erdogan. Comunque l'Ucraina ha messo sul tavolo le sue controproposte per un accordo pacifico. E il punto di partenza sono le garanzie di sicurezza, che devono essere più ampie. L'accordo sarà raggiunto quando tutti gli elementi di questa parte dell'accordo saranno garantiti".

La vice premier aggiunge: "C'è una linea rossa di principio che è indiscutibile: l'integrità territoriale e la sovranità dell'Ucraina. Non c'è modo di raggiungere un accordo se si modificano i confini rispetto a come era l'Ucraina indipendente nel 1991. Potrebbero esserci opzioni sui territori delle regioni di Doniask e Lugansk e sul respingere le forze russe da dove venivano, alle 4 del 24 febbraio. Sono discussioni in corso. Ma questa è sicuramente una linea rossa. E la sostanza finale di questo accordo sarà dettata da una serie di questioni: gli sviluppi sul campo di battaglia che ora è ad est e sud dell'Ucraina".

Un accordo che comunque non può prescindere - dice sempre Olga Stefanishyna all'Adnkronos - dal fatto che "l'Ucraina è un paese democratico. Chi negozia sa di rappresentare la volontà di un presidente, ma prima di tutto del popolo ucraino, di cui ha il sostegno. Siamo un paese diverso dalla Russia, non siamo guidati da ultimatum, siamo guidati dalla libertà e... dalla nostra gente. Non danneggeremo in nessun accordo la memoria di quelle migliaia di civili che sono morti per l'Ucraina e hanno difeso il nostro Paese davanti ai carri armati russi. Questo è il cuore dei negoziati e nulla potrebbe influenzare la nostra posizione".

Il 4-5 luglio a Lugano è in programma la Conferenza per le riforme dell'Ucraina. La Svizzera vuole mettere a disposizione dell'Ucraina il know-how, l'impegno e la posizione unica di paese europeo neutrale che non è membro dell'Ue e della Nato. L'Ucraina sarà una Svizzera dell'Europa orientale o, come ha detto di recente Zelensky, un grande Israele?

"La nostra sensazione è che oltre ad essere coinvolta nella guerra, l'Ucraina sia a un punto di svolta, in questo senso positivo, in molte trasformazioni e riforme e che il mondo si stia sostanzialmente aggiornando. L'Ucraina non è un paese che ha solo bisogno di essere sostenuto e aiutato. Ora noi siamo il paese che sta dettando l'agenda. Pertanto sono sicura - rimarca - che l'Ucraina non diventerà né la Svizzera, né l'Israele dell'Europa orientale, l'Ucraina diventerà un paese che non avete mai visto prima. E questo sarà dove il centro dell'Europa nascerà".

"E' importante capire che anche se un accordo bilaterale sarà firmato dal presidente dell'Ucraina e da quello della Federazione Russa, non significa che la Russia sparirà dai nostri confini. Questo è il criterio con cui stiamo negoziando: noi dobbiamo essere sicuri che questa guerra non si ripeta. Dalla guerra in Cecenia ad altri conflitti, la Russia è permanentemente coinvolta ed in stato di guerra. Dunque a questo riguardo la neutralità fa parte delle negoziazioni bilaterali, ma nella consapevolezza di nuove possibili aggressioni".

Sarete presenti a Lugano? "Spero che entro luglio la guerra sia finita. Confido che la supereremo con forza e poi faremo i road-show in ogni possibile conferenza per mobilitare le risorse e sostenere il mio Paese. Non so se saremo a Lugano, è davvero complicato dirlo adesso. La nostra filosofia è che continuiamo a pianificare, ma vista la situazione non diamo garanzie perché è assolutamente imprevedibile come si svilupperà la situazione. Abbiamo i nostri piani e ci stiamo assicurando che un giorno questa conferenza si svolgerà, sicuramente in Svizzera o ... in Ucraina".

Parlando di 'neutralità' sabato scorso il cancelliere austriaco Karl Nehammer ha visitato l'Ucraina, Kiev e Bucha in particolare, confermando il suo sostegno a Zelensky. Come è andato l'incontro?

"Parlando con il cancelliere austriaco ho pensato che sarebbe molto importante assicurarsi una leadership politica generalmente ampia del governo austriaco in Ucraina su base permanente, di membri del Parlamento e dei media, perché anche se non condividiamo il confine con l'Austria, ma solo il fiume Danubio, questa è una lotta che combattiamo anche per le loro libertà e i loro valori", risponde Olga Stefanishyna, vice premier ucraino e ministro per l'integrazione euro atlantica all'Adnkronos.

I colloqui con Nehammer rientrano tra la serie di "incontri molto importanti che abbiamo avuto a Kiev e nella omonima Regione recentemente liberata, che sono stati un'opportunità in termini di presenze di alto livello. Per il Cancelliere austriaco è stata la prima volta in Ucraina dall'inizio della guerra. Ha trascorso l'intera giornata qui, ha incontrato il presidente Zelensky ed io sono stata con lui nel corso di tutta la visita", riferisce.

"E' stato un incontro estremamente utile perché anche se l'Austria ha lo stato di paese militarmente neutrale, è impossibile non essere emotivi sulla guerra e sui massicci omicidi commessi nella nostra terra. Vienna si è svegliata in una nuova realtà di relazioni con l'Ucraina in quanto ci viene fornito supporto per l'equipaggimaneto di emergenza, per quello di soccorso. Inoltre - ricorda la vice premier - l'Austria è stata in prima linea per quanto riguarda il sostegno e le pressioni sul fronte sanzioni alla Federazione Russa per fermare l'aggressione militare".

Qual è lo stato aiuti umanitari, del cui coordinamento lei è in prima linea?

"Abbiamo un meccanismo di coordinamento governativo molto ben consolidato per la gestione degli aiuti umanitari che coinvolge me, il ministro dell'economia ed altri gruppi di ministri incaricati della gestione di alcuni particolari. Ad oggi abbiamo ricevuto più di 150mila tonnellate di diversi tipi di assistenza", spiega la vice premier.

"La necessità ultima è ovviamente il prodotto alimentare, perché è stata interrotta gran parte della catena logistica e produttiva delle aziende ucraine, che hanno un disperato bisogno di turnover per restare operative e garantire occupazione alla gente. E' necessario però che le organizzazioni internazionali come la Croce rossa internazionale, l'Onu, il World food program, programmi Ue ecc. si coordino strutturalmente in modo da garantire continua assistenza".

"Adesso è indispensabile - conclude - puntare ad aiuti umanitari mirati, per tipologia e quantità alle richieste ucraine. Anche se in una prima fase abbiamo accolto gli sforzi spontanei degli stati e delle popolazioni, adesso i sostegni necessitano di una organizzazione strutturata".

(di Roberta Lanzara)

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