La Polonia dovrebbe firmare la Dichiarazione di Roma, con cui i 27 Paesi dell'Ue, senza la Gran Bretagna, puntano a rilanciare l'Unione in occasione del sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma, che fondarono la Comunità Economica Europea e la Comunità Europea dell'Energia Atomica. Lo apprende l'Adnkronos.
Allo stato attuale, a meno di sorprese sempre possibili, appare quindi probabile che la Dichiarazione, alla cui stesura le diplomazie hanno lavorato e stanno lavorando alacremente per trovare una formulazione condivisa, venga firmata da tutti e 27 i Paesi, obiettivo esplicitato dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.
Dopo che Beata Szydlo, la premier polacca, aveva bloccato le conclusioni del Consiglio Europeo, per ritorsione contro la rielezione del connazionale Donald Tusk, cui si era opposta solo Varsavia, si era diffuso il timore che la Polonia potesse decidere di non firmare la dichiarazione di Roma. La Szydlo era stata la più esplicita nell'opporsi all'idea di Europa a più velocità, rilanciata a Versailles da Francois Hollande, Angela Merkel, Paolo Gentiloni e Mariano Rajoy.
