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Ue, Bagnasco: "Attenzione ai segnali di secessione e ai facili populismi"

22 marzo 2017 | 12.34
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Angelo Bagnasco (Fotogramma)
Angelo Bagnasco (Fotogramma)

di Elena Davolio

Attenzione ai segnali di 'secessione', ai "facili populismi, scorciatoie superficiali rispetto ai seri e complessi problemi" che riguardano l'Europa, "la nostra casa comune". Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, in un'intervista all'AdnKronos, lancia il suo forte monito alla vigilia delle celebrazioni - a Roma - per i sessant'anni dai Trattati di Roma affinché l'evento non rimanga una celebrazione fine a se stessa. Bagnasco parla di "occasione preziosa" e invita la politica a riappropriarsi di un solido "fondamento" se non vuole andare avanti 'a tentoni'. L'appello a quanti daranno vita a manifestazioni antieuropee, che si annunciano potenzialmente violente, è a fare ricorso al "buon senso per un cammino comune". Bagnasco giudica "positivo" il fatto che i 27 Paesi firmeranno una dichiarazione congiunta ma avverte: "Che nessuno venga dimenticato".

"Sicuramente - premette Bagnasco - le celebrazioni per i 60 anni dell'Unione Europea qui a Roma sono un'occasione preziosa per il cammino dell'Ue e anche per la consapevolezza del continente intero rispetto alla necessità di un cammino comune". Il presidente della Cei, che è anche presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali europee, riflette sulla posta in gioco e invita a non sottovalutare l'incalzare del populismi: "Naturalmente non dovrà essere solo una celebrazione esterna di un fatto storico" e non dovrà perdere di vista "la prospettiva per il futuro".

Il presidente della Cei invita a non sottovalutare l'ondata dei populismi. Da qui il suo invito "ad una seria riflessione del cammino importante fatto fino ad oggi, che ha portato anche ad importanti frutti di pace e di integrazione a diversi livelli ma che necessita di un serio esame approfondito. Specialmente -osserva- alla luce dei segnali un po' di 'secessione', se così si può dire, di qualcuno o di populismi facili che a mio parere appaiono come scorciatoie superficiali e facili rispetto ai problemi seri e complessi che riguardano cammini di unificazione, di integrazione, di comunità che devono da una parte andare avanti al fine di una casa comune - l'Europa come casa comune - dall'altra devono essere anche rispettosi delle storie e delle identità nazionali dei singoli stati per una casa delle nazioni".

Populismi, segnali di profondo malessere che, come ribadisce Bagnasco, non devono essere minimamente sottovalutati: "Ciò che accade nella vita sia delle persone che dei popoli deve essere esaminato con serenità ma anche con serietà partendo dal presupposto che tutti nella vita, insieme e singolarmente, abbiamo da migliorare".

Cosa manca all'Europa di oggi? C'è chi dice che sia già vecchia. "Paradossalmente dico che l'Europa deve ancora nascere. A mio parere - osserva il presidente della Cei - deve riconoscere molto meglio il disegno dei Padri fondatori. Penso ad Adenauer, a De Gasperi, a Schuman che avevano una visione dell'Ue che partiva da un'anima spirituale che, nelle differenze delle singole nazioni, aveva però delle radici veramente unitarie e allora non si può non citare il Cristianesimo. Non si tratta di un'ostinazione del mondo cristiano, è l'ostinazione della storia, possiamo dire".

Da qui il monito di Bagnasco: "Bisogna che l'Europa ripensi le proprie basi, che non possono essere economiche e prevalentemente finanziarie e neppure politiche, perché anche la politica o ha un fondamento a cui ispirarsi oppure credo che va avanti a tentoni, sospinta da esigenze e urgenze ed esigenze del momento".

Ad avviso del presidente dei Vescovi, che amplia la riflessione non solo al mondo cattolico, ma anche ortodosso, "bisogna ripensare questo fondamento e non avere paura della dimensione religiosa perché la religione non è contro la democrazia o contro l'uomo. Al contrario, proprio perché Dio è il Dio dell'amore e della giustizia è la migliore garanzia per la dignità umana che sta a cuore ad ogni buona politica e anche all'Unione Europea".

Il porporato riflette anche sulla dichiarazione comune che i 27 Paesi Ue sabato prossimo firmeranno in Campidoglio. Una dichiarazione che si presenterà con un addolcimento del passaggio dedicato alle cooperazioni rafforzate. Si tratta di una svolta? "E' certamente positivo - osserva Bagnasco - sedersi attorno allo stesso tavolo e parlarsi con intelligenza. Questa nuova visione o metodo delle 'due velocità' da una parte deve rispondere al rispetto delle situazioni dei diversi Stati membri, dall'altra non va dimenticato il rischio che 'due velocità' vogliono dire che qualcuno cammina di più e qualcuno di meno e quest'ultimo non deve rimanere sulla strada o essere dimenticato". Ecco perché, insiste Bagnasco, occorre "avere lucida consapevolezza del duplice valore: rispetto per le situazioni concrete e che nessuno rimanga indietro. Poi se c'è l'onestà intellettuale di riconoscere il valore, il pregio ma anche il rischio le cose si possono affrontare".

Sabato prossimo a Roma ci saranno anche manifestazioni antieuropee che si annunciano turbolente e potenzialmente violente. " Da una parte - osserva Bagnasco - ribadisco che l'Ue deve fare innamorare i popoli di se stessa, deve stabilire in modo chiaro e fare capire che l'Ue vuole essere casa, madre per tutti, una madre che sostiene, che aiuta, che incoraggia. Dall'altra, visto che c'è bisogno di una casa comune in un mondo globalizzato, fare delle opposizioni o manifestazioni violente ad un cammino che sicuramente ha difficoltà, e difetti da migliorare, tutto ciò mi pare ideologico e le ideologie a prescindere dalla realtà non costruiscono niente. Quindi auspico buon senso e consapevolezza che bisogna camminare meglio insieme".

E domani, alle 19, nella basilica di Santa Maria sopra Minerva, Bagnasco presiederà una veglia di preghiera. "Chiederemo il dono dello Spirito Santo a tutti i responsabili e a tutti i popoli del continente europeo. E nella mia piccola omelia - anticipa - richiamerò la bellezza e la necessità dell' unità e la saggezza di una sapienza perché l'unità non sia avvertita da nessuno come un' imposizione o un peso. Al contrario, un accompagnamento e uno sviluppo".

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