
"All'opposizione c'è chi tra una canzone e l'altra di Sanremo tifa contro il proprio Paese"
"Evitiamo di fare come gli stolti, che guardano il dito anziché la luna. Il tema non sono le puntualizzazioni della Meloni che, peraltro, sono del tutto in linea con un certo fastidio, per così dire, emerso anche nei vertici delle istituzioni comunitarie a più livelli. Il problema è capire se tutti nell’Unione pensino che l’Europa, intesa come comunità di destino, possa svolgere un ruolo effettivo sugli scenari internazionali. Se vuole farlo, tutti, nessuno escluso, devono essere consapevoli che serve parlare con una sola voce, una voce rappresentativa di tutti gli Stati membri”. Stefania Craxi (Fi), presidente della Commissione Affari Esteri a Palazzo Madama risponde all’Adnkronos sul merito delle polemiche delle opposizioni in merito alle contestazioni del presidente del Consiglio Meloni alla Francia e rimarca: “E poi se guardiamo al recente passato, credo che appaia a tutti evidente come l’Europa delle ‘gerarchie di potenza’ non abbia funzionato granché in questi anni, neanche sulla vicenda ucraina, visti i risultati”.
“Sono convinta che nessuno, tanto in Italia quanto all’estero - prosegue Stefania Craxi - possa pensare che in un siffatto scenario possa essere riproposto tout court il 'formato' che nel 2014 ha portato agli accordi fallimentari di Minsk e che già allora escludeva l’Italia e le altre realtà europee. Ripeto: il 2014! Al governo non c’erano il centrodestra e la Meloni, questo voglio ricordarlo a qualche smemorato! Anche perché leggo delle dichiarazioni surreali, alcune delle quali da parte della nostra opposizione che, tra una canzone e l’altra di Sanremo, non smette mai di tifare contro il proprio Paese”.
È stato un errore tattico di Meloni incontrare i premier polacco e ceco? “In politica estera sarebbe un errore non dialogare con tutti, perché il confronto, le discussioni, sono il sale della diplomazia. I rapporti vanno coltivati con tutti gli attori, specie con quelli europei e con i partner dell’Alleanza atlantica, tanto più in un frangente storico segnato da venti di guerra. Personalmente, non credo nell’Europa dei figli e dei figliastri”, risponde la presidente della Commissione.
Secondo Craxi, “l’Italia non è isolata, né credo che qualcuno in Europa pensi che si possa fare a meno di un Paese fondatore come il nostro. Se lo si pensasse, si commetterebbe un grave errore di valutazione. Lo stato delle cose, credetemi, è un tantino diverso da come ci viene raccontato e rappresentato da certa informazione. L’Unione europea è un club a 27, le intese sui dossier sono, da sempre, a geometria variabile e non sempre trovano realtà con Francia e Germania dalla stessa parte. Certo, è indubbio che esista quella che viene definita una “relazione speciale” tra Parigi e Berlino. Ѐ così non da oggi, ma da ben prima che ci fosse la Meloni al governo - chiarisce la senatrice - Semmai, bisognerebbe accusare di velleità quanti nel nostro Paese hanno pensato in anni recenti di poter incrinare questo rapporto, e queste persone non si trovano nelle file del centrodestra”.
“Il dissenso è il sale della democrazia. Certo, qualcuno obietterà che la democrazia non è proprio l’anima guida di questa Unione, però non penso che ci saranno ritorsioni”, risponde Stefania Craxi a proposito del rischi di ricadute dopo lo scontro aperto con la Francia. “Restano, invece, da affrontare in seno alle istituzioni comunitarie alcuni nodi che l’esecutivo ha ereditato dal passato. Un certo europeismo dogmatico che non si è certo distinto per la sua postura, non ha fatto né le fortune dell’Europa e neppure quelle dell’Italia. Quanto alla Francia, ricordo che solo poche settimane fa l’Italia ha siglato l’accordo per fornire aiuti militari congiunti a Kiev”, rammenta.
Meloni ha detto in conferenza stampa “no all’Europa dei club”, come perseguirete l’obiettivo? “Meloni ha detto quello che tutti pensano e che tutti dicono. Sfido chiunque in Italia – e non solo – a dire il contrario! C’è qualcuno, in Italia e non solo, che pensa che l’Unione europea possa continuare, come se nulla fosse, sulla strada degli ultimi lustri? Forse, solo un folle. Negli ultimi anni il mondo è cambiato. Prima la crisi economico-finanziaria, poi la pandemia, ora la guerra con i suoi annessi e connessi, con un ridisegnarsi delle alleanze a livello globale. Ecco, se qualcuno pensa che si possa continuare così, o peggio, tornare al passato, credo che non abbia compreso granché. E siccome non vedo stolti - incalza Craxi - alcuni comportamenti che si attardano su formule posticce non hanno gli effetti del passato. Anzi, sono anche controproducenti. Quindi, ridimensioniamo tutto. E, soprattutto, ritroviamo come Paese un’unità di intenti, almeno sul piano internazionale. Basta tifare lo straniero solo per mero calcolo politico - esclama la senatrice azzurra - La politica estera, lo ripeto da anni, è una cosa troppo seria”. (Di Roberta Lanzara)