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Ue, Draghi: "Indipendenza non garantisce sovranità"

22 febbraio 2019 | 20.14
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Il presidente della Bce: "75% dei cittadini a favore dell'euro"

(Afp) - AFP
(Afp) - AFP

La vera sovranità non si riflette nel potere di fare delle leggi "ma nella capacità di controllare i risultati e rispondere ai bisogni fondamentali delle persone". Lo ha detto il presidente della Bce, Mario Draghi, che oggi ha ricevuto a Bologna una laurea ad honorem in Giurisprudenza. "La capacità di prendere decisioni indipendenti non garantisce ai Paesi tale controllo. In altre parole, l'indipendenza non garantisce la sovranità" ha spiegato nel suo discorso alla platea dell'ateneo. "I Paesi che sono completamente isolati dall'economia globale, per fare un esempio estremo ma istruttivo, sono indipendenti ma non sovrani in alcun senso significativo - spesso facendo affidamento su aiuti alimentari esterni per sfamare la loro gente. Tuttavia, l'essere connessi attraverso la globalizzazione aumenta anche la vulnerabilità dei singoli Paesi in molti modi" ha affermato ancora Draghi.

"Sono più esposti alle ricadute finanziarie e alle aggressive politiche commerciali degli stati stranieri, mentre una maggiore competizione rende più difficile per gli stati coordinarsi tra loro per far rispettare i regolamenti e stabilire gli standard in modo da raggiungere i loro obiettivi sociali. Ciò limita il loro controllo sulle condizioni economiche nazionali" ha spiegato Draghi. "In questo ambiente, i Paesi devono lavorare insieme per esercitare la sovranità. E questo vale ancora di più all'interno dell'Ue. La cooperazione in Europa aiuta a proteggere gli stati dalle pressioni esterne e aiuta a consentire le loro scelte politiche" ha scandito.

La tensione esistente in Europa "tra integrazione economica e cooperazione politica - ha rimarcato ancora - è alimentata dalla forte convinzione che esista un compromesso tra l'appartenenza all'Ue e la capacità dei Paesi di esercitare la sovranità. In questo modo di pensare, se i cittadini vogliono essere in grado di esercitare un maggiore controllo sui loro destini, devono allentare le strutture politiche dell'Ue. Ma questa convinzione è sbagliata. È sbagliato perché confonde l'indipendenza con la sovranità". Fuori dalla Ue "la maggior parte dei Paesi non trarrebbe più beneficio dalla fatturazione in valuta locale, il che esacerberebbe gli effetti sull'inflazione se intraprendessero forti svalutazioni dei tassi di cambio. E sarebbero più esposti alle ricadute della politica monetaria dall'estero - non ultimo dalla Bce stessa - che potrebbero limitare la loro autonomia politica interna" ha detto Draghi.

Il presidente della Bce ha poi sottolineato che "nell'area dell'euro, il 75% delle persone è favorevole all'euro e all'Unione monetaria e il 71% degli europei sostiene la politica commerciale comune dell'Ue". "Tuttavia, allo stesso tempo, l'atteggiamento dei cittadini nei confronti delle strutture politiche dell'Ue sembra essere più duro. La fiducia media nell'Ue si attesta al 42%, in calo rispetto al 57% del 2007. Questo declino ha avuto luogo sullo sfondo di una generale perdita di fiducia nelle istituzioni pubbliche. La fiducia nei governi e nei parlamenti nazionali è scesa a solo il 35%" ha spiegato.

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