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Ue, Gentiloni: "Non vedo l'ora di cominciare"

15 ottobre 2019 | 12.13
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Il commissario europeo designato agli Affari economici, dopo aver fatto visita al presidente della Commissione europea Juncker. La presidente eletta von der Leyen non ha ancora ricevuto i candidati commissari di Francia, Romania e Ungheria

(Foto Afp)
(Foto Afp)

Il commissario europeo designato agli Affari Economici Paolo Gentiloni non vede "l'ora di cominciare" a lavorare nella Commissione di Ursula von der Leyen, che entrerà probabilmente in carica con "qualche settimana" di ritardo. Lo dice lo stesso Gentiloni, a Bruxelles, dopo aver fatto visita al presidente della Commissione Europea Jean-Claude Juncker.

Gentiloni spiega di essere venuto a palazzo Berlaymont per "un saluto ad un amico personale e a un grande amico dell'Italia. Penso che Jean-Claude Juncker in questi anni abbia guidato la Commissione con grande ragionevolezza e con attenzione ai problemi europei, e anche dando un contributo alla soluzione di questioni complicate". "La mia - continua - era una visita di cortesia, come si dice, per ringraziarlo per il suo lavoro, lavoro che si prolungherà per qualche settimana".

E' inevitabile che l'insediamento della Commissione slitti? "Immagino - risponde Gentiloni - ma non è una decisione mia. E se si prolungasse, io gli ho fatto anche i migliori auguri, perché saranno settimane anche complicate e importanti su tanti terreni".

"Per quanto ci riguarda - prosegue - noi aspettiamo che si completi il percorso di formazione della Commissione: il Parlamento svolgerà il suo ruolo nelle prossime settimane e io non vedo l'ora di cominciare, per cercare di dare un contributo". Ma quindi della manovra economica 2020 se ne occuperà Pierre Moscovici? "Eh, pour l'instant...", sorride il commissario designato.

Intanto - come confermato dalla portavoce capo della Commissione Mina Andreeva - la presidente eletta della Commissione Europea Ursula von der Leyen non ha ancora ricevuto i candidati commissari di Francia, Romania e Ungheria. Si tratta dei tre Paesi che, per motivi diversi, hanno visto i propri candidati, rispettivamente Sylvie Goulard, Rovana Plumb e Laszlo Trocsanyi 'silurati' dal Parlamento Europeo, gli ultimi due ancora prima dell'audizione. Ieri von der Leyen, dice la portavoce, "era a Parigi, dove ha avuto una conversazione positiva e costruttiva con il presidente Emmanuel Macron. E' in contatto con le altre due controparti e le discussioni sui nomi sono ancora aperte. Abbiamo ancora 23 candidati su 26". Von der Leyen "naturalmente sarà presente al Consiglio europeo, come ha fatto Jean-Claude Juncker durante l'ultima settimana della Commissione Barroso: è stata invitata da Donald Tusk".
Sui tempi necessari all'insediamento della Commissione, aggiunge la portavoce, "non possiamo fare speculazioni. Il processo è ora nelle mani degli Stati membri", che devono indicare i candidati, "e del Parlamento Europeo, che li dovrà esaminare. Sta quindi al Parlamento comunicare qualsiasi cambiamento alla tempistica". Tuttavia, diventa sempre più improbabile che l'insediamento già il primo novembre, come originariamente previsto: "Ogni giorno che passa - dice la Andreeva - è più difficile mantenere la tempistica prevista dal trattato: è un procedimento complesso, un puzzle in 3D che necessita di molti pezzi per essere completato. Va trovato un equilibrio delicato".

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