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Ue: "Lockdown non può durare all'infinito"

15 aprile 2020 | 12.53
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Secondo la Roadmap europea congiunta verso la rimozione delle misure di contenimento della Covid-19 presentata da von der Leyen: "Anche se il ritorno alla normalità sarà molto lungo". Le misure verranno rimosse in diversi stadi

(Foto Afp)
(Foto Afp)

"Anche se il ritorno alla normalità sarà molto lungo, è chiaro che le misure straordinarie di chiusura non possono durare all'infinito". Lo sottolinea la "Joint European Roadmap towards lifting Covid-19 containment measures" (Roadmap europea congiunta verso la rimozione delle misure di contenimento della Covid-19), presentata oggi a Bruxelles dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e dal presidente del Consiglio Europeo Charles Michel.

Per l'Ue occorre "una valutazione continua" delle misure di contenimento in vigore, per assicurarsi che siano "proporzionate", a mano a mano che "la nostra conoscenza del virus e della malattia si evolve". Pertanto, "è indispensabile pianificare la fase in cui gli Stati membri potranno far ripartire le attività economiche e sociali, minimizzando gli impatti sulla salute delle persone e senza sovraccaricare i sistemi sanitari. Questo richiede un approccio ben coordinato nell'Ue e tra gli Stati membri".

Nell'Unione europea l'azione per rimuovere le misure di contenimento decise per contrastare la pandemia di Covid-19 sarà "graduale", dato che "le misure verranno rimosse in diversi stadi e dovrebbe essere lasciato un tempo sufficiente tra uno stadio e l'altro (per esempio, un mese), dato che gli effetti della loro rimozione possono essere misurati solo nel corso del tempo", si sottolinea ancora.

L'Ue raccomanda dunque agli Stati membri un "approccio graduale" alla rimozione delle misure prese per contrastare la diffusione del coronavirus Sars-Cov-2, rimozione che dovrà essere accompagnata da un "monitoraggio continuo" della situazione epidemiologica. E una delle precondizioni per la riapertura delle attività è che i Paesi membri dell'Ue dispongano di una "riserva" sufficiente di posti in terapia intensiva, dice von der Leyen.

Le precondizioni per iniziare a rimuovere le misure, ha spiegato, sono tre: una "solida" valutazione epidemiologica, che "indichi un significativo calo della diffusione del virus per un periodo sostenuto di tempo", una "capacità combinata del sistema sanitario" sufficiente ad affrontare un aumento dell'afflusso di pazienti, deve esserci cioè "una riserva di letti di terapia intensiva" non solo per i malati di Covid-19, "ma anche per altri pazienti" un grado "sufficiente di sorveglianza" della situazione epidemiologica, per cui serve la capacità di "effettuare test su vasta scala" sulla popolazione.

Nella popolazione dell'Ue ci sono "gruppi più vulnerabili", tra cui gli "anziani", che "dovrebbero essere protetti più a lungo" dal possibile contagio da Sars-Cov-2, il coronavirus che provoca la Covid-19, si sottolinea nella Roadmap che aggiunge: "Anche se mancano ancora dati complessivi le evidenze suggeriscono che gli anziani e le persone che soffrono di malattie croniche sono a maggior rischio. Le persone con malattie mentali sono un altro possibile gruppo a rischio. Dovrebbero essere previste misure per continuare a proteggere" queste categorie, "rimuovendo le restrizioni per gli altri gruppi" della popolazione, generalmente meno vulnerabili agli effetti del coronavirus Sars-Cov-2.

Nell'Ue c'è "l'assoluta necessità di sviluppare una strategia per avere investimenti massicci" e, a questo fine, "il prossimo Mff", il Quadro Finanziario Pluriennale, il bilancio dell'Ue 2021-27, "è la chiave". E "anche la Banca Europea per gli Investimenti è uno strumento essenziale" per "sviluppare una strategia molto forte per gli investimenti", ha detto dal canto suo Michel, presentando il documento che mira a fornire agli Stati membri linee guida per avere una rimozione delle misure di chiusura che sia coordinata a livello europeo e non dannosa per il funzionamento del Mercato Unico come lo è stata l'adozione delle misure medesime.

Nell'Unione europea inoltre "numerosi Paesi hanno incoraggiato la produzione interna" di materiale protettivo, come le mascherine. E' un approccio corretto, perché "dobbiamo essere molto meno dipendenti dai produttori esterni all'Ue, se vogliamo essere un'Europa in grado di prendere in mano il proprio futuro", ha detto ancora il presidente del Consiglio europeo.

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