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Ue, scendono a 65 le procedure d'infrazione contro l'Italia: minimo storico

13 luglio 2017 | 19.53
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(Fotogramma)
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Il numero delle procedure di infrazione Ue nei confronti dell'Italia è sceso a 65, il minimo storico per il nostro Paese. Nella tornata di luglio, ci sono stati tre pareri motivati (cioè aggravamenti delle procedure in corso), due nuove aperture con lettera di messa in mora e tre archiviazioni. Nel gennaio 2014, le procedure di infrazione nei confronti del nostro Paese erano quasi il doppio, 120.

I pareri motivati (che sono il secondo stadio della procedura di infrazione) riguardano in primo luogo la mancata o insufficiente attuazione delle misure di abbattimento degli ulivi nella fascia a nord della zona contaminata dalla Xylella Fastidiosa, un batterio assai nocivo per diverse coltivazioni, che si è diffuso nel Salento. L'abbattimento degli ulivi nella fascia a nord della zona infetta serve, secondo la Commissione, ad impedire la diffusione del batterio, che si propaga grazie ad un insetto, la sputacchina. 

L'Italia ha due mesi per attuare le misure richieste, dopodiché la Commissione potrebbe decidere di andare in Corte di Giustizia; il ritmo degli abbattimenti dovrebbe aumentare grazie ad un accordo stretto dalla Regione Puglia con l'Arif (Agenzia Regionale per le attività Irrigue e Forestali) a fine giugno, per eseguire abbattimenti coattivi, anche senza la collaborazione dei proprietari.

Un altro parere motivato riguarda la procedura aperta nei confronti dell'Italia (e altri Paesi) per la mancata trasmissione del programma nazionale della gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi.  Il piano avrebbe dovuto essere trasmesso all'Ue entro agosto 2015, ma il ritardo perdura ed è improbabile che si arrivi alla trasmissione del programma, che richiede la collaborazione di due ministeri (Mise e Ambiente) e delle Regioni, entro i due mesi richiesti. Un programma nazionale di gestione dei rifiuti radioattivi è materia con ovvie implicazioni politiche, poiché comporta l'individuazione dei siti di stoccaggio, con tutto quel che ne consegue.

C'è infine un parere motivato che riguarda il mancato recepimento di una direttiva sul ravvicinamento delle legislazioni nazionali "relative alle caseine e ai caseinati destinati all'alimentazione umana" (cioè i formaggi). Per questa procedura ci sono buone speranze di chiusura, dato che c'è una bozza di norma e un calendario per l'approvazione, che sono stati entrambi trasmessi alla Commissione.

Ci sono inoltre due nuove procedure, con altrettante lettere di messa in mora, la prima delle quali relativa ai tempi di pagamento da parte della Pubblica amministrazione previsti da un emendamento al Codice degli appalti (entro 45 giorni, contrariamente ai 30 giorni previsti dalla direttiva Ue) e un caso che riguarda gli eccessivi oneri burocratici posti dalla legislazione italiana a carico di chi organizza un sistema di raccolta di firme online per le iniziative europee dei cittadini, che consentono, previa raccolta di firme di almeno un milione di cittadini Ue, di prendere direttamente parte all'elaborazione delle politiche dell'Ue, invitando la Commissione Europea a presentare una proposta legislativa.

Sul fronte opposto ci sono poi tre archiviazioni: la prima riguarda una procedura di infrazione sul monitoraggio dei rimpatri: l'Italia ha dimostrato di aver adempiuto ai suoi obblighi in questo campo; nello specifico, il monitoraggio viene svolto dal garante nazionale dei detenuti. 

La seconda era per il mancato recepimento della direttiva europea sull'armonizzazione degli obblighi di trasparenza, che è stata recepita nel marzo 2016, cosa che ha consentito l'archiviazione. Infine è stata chiusa una procedura che riguardava il ritardo nel recepire una direttiva sui beneficiari della protezione internazionale, direttiva che è stata progressivamente recepita, consentendo alla Commissione di chiudere il caso. 

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