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Ue: Tajani, serve una politica economica europea

28 febbraio 2017 | 19.12
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Antonio Tajani (AFP)  - AFP
Antonio Tajani (AFP) - AFP

"Serve una politica economica europea e il protezionismo non ci porta da nessuna parte". Ne è convinto il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani che, al convegno promosso da Monitor Deloitte Strategy Consulting "Unione Europea oggi: ancora un'opportunità?", ha parlato di un’importante discussione "alla vigilia dell’anniversario dei Trattati di Roma".

"L'Europa è servita e serve, ma c'è un problema di disaffezione, non solo in Italia ma in tutti i paesi dell'Unione in cui ci sono delle forze populiste" che raccolgono sempre più consensi, ha detto ancora Tajani, evidenziando la necessità di avvicinare le istituzioni Ue ai cittadini. "L'emergenza legata a tre grandi fenomeni, crisi economica, immigrazione illegale e terrorismo, provoca un malcontento che né l'Europa né gli Stati membri sono riusciti a risolvere", ha spiegato il presidente del Parlamento europeo, secondo il quale "abbiamo bisogno di più collaborazione a livello europeo".

Secondo Tajani "sulla crisi economica non siamo stati abbastanza forti nell'equilibrare la politica del risanamento economico e flessibilità. I conti pubblici devono essere tenuti in ordine", ha detto, ma contemporaneamente ci deve essere "una forte azione a sostegno della crescita". "Serve una politica industriale, serve una politica economica diversa, serve sostenere le piccole e medie imprese, serve avere una buona politica commerciale", ha dichiarato il presidente del Parlamento Ue che ha citato il Trattato di libero scambio con il Canada, appena approvato, "utile alle Pmi, alle esportazioni dei nostri prodotti di qualità e utile a difendere questi prodotti sul mercato internazionale".

Al momento, ha detto ancora Tajani, sul tema della politica industriale"il sistema Italia non è sufficientemente forte per rendere più equilibrata l’Europa", ma il suo ruolo "è destinato a rafforzarsi", insieme a quello della Spagna, sopratutto dopo l'uscita del Regno Unito dall'Ue. Per il presidente del Parlamento europeo, "se vogliamo un'Europa equilibrata non possiamo pensare soltanto ad un accordo Francia-Germania. Devono esserci almeno quattro paesi che si fanno carico di indicare delle scelte e l'Italia non può non essere parte determinante di una visione di un'Europa che deve essere meno invasiva, preoccuparsi meno delle piccole cose e fare quello che lo Stato e le Regioni non possono fare".

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