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Ultrà, Alfano: ''Nessuna trattativa'' Rimosso proiettile a tifoso ferito

05 maggio 2014 | 08.07
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Ultrà, Alfano: ''Nessuna trattativa'' Rimosso proiettile a tifoso ferito

Roma, 4 mag. (Adnkronos/Ign) - E' stato eseguito al policlinico Gemelli, dall'equipe del professor Francesco Tamburrelli, primario chirurgia vertebrale, l'intervento chirurgico sul tifoso del Napoli ferito sabato a colpi di pistola in viale Tor di Quinto a Roma, prima dell'inizio della finale di Coppa Italia allo stadio Olimpico. A quanto si apprende da fonti sanitarie sono stati rimossi il proiettile e detriti a livello dorsale alto. Il paziente rimane critico per il suo stato iniziale e in prognosi riservata. L'intervento è durato circa quattro ore.

C'è un arresto per gli spari a Roma prima della finale allo stadio Olimpico. L'uomo, ultrà romanista, è ritenuto l'autore del ferimento a colpi di pistola di tre tifosi del Napoli. Si tratta di Daniele De Santis, 48 anni, arrestato con l'accusa di tentato omicidio. Ha precedenti di polizia ed è titolare di un esercizio commerciale. De Santis ha provocato i tifosi napoletani lanciando nei loro confronti dei fumogeni. Ha sparato dopo essere caduto rincorso dai tifosi partenopei per sottrarsi alla loro aggressione.

LANCI DI PETARDI E BOMBE CARTA - Dopo i gravi fatti alcune persone sono state ascoltate dalla polizia come testimoni per ricostruire quanto accaduto. La tensione è salita nel tardo pomeriggio di sabato fuori dall'Olimpico quando è cominciata una guerriglia tra i tifosi delle due squadre. Negli scontri avrebbero preso parte anche ultras della Roma. Contro la polizia sono stati lanciati oggetti e bottiglie. Lancio di petardi e bombe carta anche nello stadio.

LA PARTITA COMINCIATA CON 45 MINUTI DI RITARDO - Alla partita Fiorentina-Napoli, che si è svolta regolarmente, hanno assistito 62.000 persone. Il match, vinto dalla squadra di Benitez (decisiva la doppietta di Insigne) per 3-1, è cominciato con 45 minuti di ritardo in quanto ai supporters napoletani sono state fornite notizie circa lo stato di salute dei feriti.

IL CASO GENNY A' CAROGNA - Pare che a mediare nella 'trattativa' tra dirigenti e forze dell'ordine prima del fischio di inizio della partita (alle 21.45) sia stato il capo ultrà del Napoli Gennaro De Tommaso, conosciuto meglio come 'Genny a carogna' (nella foto). Figlio di un boss della camorra, sarebbe stato lui, con indosso una maglia con su scritto "Speziale libero", a calmare la curva Nord da cui era partito il lancio di bombe carta dopo aver parlato col capitano del Napoli Hamsik e i dirigenti del Napoli. Dopodiché avrebbe dato l'assenso al fischio di inizio della gara in seguito anche ai colloqui con le forze dell'ordine con la promessa che i tifosi avrebbero assistito in silenzio. Il che è avvenuto sotto le telecamere con tanto di annuncio dei telecronisti Rai: "Un tifoso del Napoli, a nome di tutta la tifoseria ha detto giochiamo. Si gioca".

ALFANO: GIRO DI VITE FORTISSIMO, PENSO A DASPO A VITA - Le violenze negli stadi devono finire. ''Sto pensando a un giro di vite fortissimo, il Daspo a vita'', dichiara il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ospite de 'L'Arena' di Giletti, su Rai Uno. ''Lo spettacolo calcio - rimarca il titolare del Viminale - non può essere guastato da belve''. Poi su Twitter: ''Non c'è stata nessuna trattativa tra Stato e ultrà. Non sta né in cielo, né in terra''.

QUESTORE ROMA: NESSUNA TRATTATIVA CON ULTRAS - Ma il questore di Roma Massimo Maria Mazza nel corso della conferenza stampa in questura sui fatti accaduti mette nero su bianco: "Non c'è stata nessuna trattativa con gli ultras''. E spiega: "Noi non avevamo elementi contrari, la società, la federazione e le forze dell'ordine erano tutti concordi nel far giocare la partita. I tifosi hanno chiesto di avere un colloquio con i giocatori per avere informazioni sulle condizioni del tifoso perché si stava diffondendo la notizia che fosse morto. Quindi la società Napoli ci ha chiesto se avevamo nulla in contrario a che il giocatore riferisse la situazione ai tifosi". Ribadisce: "Non abbiamo mai pensato di annullare la partita. I 45' minuti di ritardo sono stati richiesti dalla società Napoli per far riscaldare i calciatori".

Riferendosi agli spari prima della partita, il questore dice: ''E' stato un fatto imponderabile e non prevedibile, fatto da una persona sola che ha agito a volto scoperto a dimostrazione che non si tratta di un agguato premeditato da parte di altre tifoserie, la tifoseria romana non ha avuto nulla a che vedere con questo episodio". Si tratta, continua, di un episodio "senza precedenti". Spiegando i fatti, dice: "Abbiamo uno che aggredisce, prima comincia con quest'azione di provocazione, poi c'è la reazione violenta da parte dei tifosi del Napoli che lo rincorrono, lui cade e a questo punto per sottrarsi all'aggressione che si andava a concretizzare nei suoi confronti comincia a sparare''.

DIPARTIMENTO DI PUBBLICA SICUREZZA CONFERMA: "NESSUNA TRATTATIVA" - ''Non abbiamo trattato con i tifosi, e non sono stati loro a decidere se giocare o meno la partita', dice all'Adnkronos Armando Forgione, direttore dell'Ufficio Ordine pubblico del Dipartimento di Pubblica Sicurezza. ''Abbiamo solo permesso loro di avere notizie affidabili, cioè le nostre - rimarca il dirigente superiore di polizia - perché eravamo le persone che stavano sul caso: avevamo già le idee chiare su chi fosse il personaggio fermato, e informazioni certe sullo stato di salute di uno dei feriti, che i partenopei ritenevano addirittura deceduto. Dovevamo dire, a qualcuno che risultasse credibile per i tifosi del Napoli e per la loro curva, quello che era davvero accaduto e spiegare che non avevano motivo di accusare la tifoseria avversaria'', evitando così altri incidenti.

DIGOS: DINAMICA FOLLE - "Si tratta di una dinamica molto semplice quanto folle", dice il dirigente della Digos, Diego Parente, ricostruendo, in conferenza stampa, l'aggressione in viale di Tor di Quinto. La ricostruzione è stata fatta in nottata grazie alle testimonianze raccolte e alle immagini. De Santis ha esploso 4 colpi con una Beretta che poi si è inceppata. Quindi il tifoso romanista "è stato malmenato in due trance successive". Dalle ricostruzioni effettuate De Santis, soggetto che non frequentava più lo stadio da diversi anni e sottoposto a "diversi Daspo e arrestato più volte per reati spesso attinenti a manifestazioni sportive", è stato successivamente malmenato da un gruppo formato da "decine" di tifosi partenopei subendo diverse fratture. La rabbia dei tifosi è poi esplosa in attesa dell'arrivo delle ambulanze. Dopo l'aggressione si sono poi verificati gli scontri con le forze dell'ordine. Per quanto riguarda la pistola usata è stata rinvenuta in un vaso in un luogo non distante da dove sono avvenuti i fatti.

GLI ALTRI ARRESTATI - In totale sono 4 i soggetti arrestati, i 3 tifosi azzurri "noti alle forze dell'ordine" e accusati di aggressione aggravata, oltre a De Santis accusato di rissa, tentato omicidio e detenzione di arma da fuoco, spiega Parente.

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