Foligno, 28 mar. - (Adnkronos/Labitalia) - Ben 25mila posti di lavoro persi, 41mila disoccupati, 23mila scoraggiati (neet) e 21mila cassintegrati. E 35mila lavoratori e lavoratrici che subiscono una condizione di forte precarietà. Per un totale 120 mila persone che in Umbria, su una popolazione complessiva di 900mila abitanti, vivono in una condizione di grande o grandissima sofferenza in rapporto al lavoro. Sono i dati diffusi dalla Cgil Umbria in occasione del congresso regionale in corso a Foligno.
"Se gli alfieri moderni del cambiamento -ha detto Mario Bravi, segretario generale uscente della Cgil dell'Umbria- pensano di negare la rappresentanza sindacale, di precarizzare ulteriormente il nostro mercato del lavoro, come fa l'ultimo decreto del governo Renzi, noi diciamo con forza che questo Paese ha bisogno di un altro cambiamento, il cambiamento legato alla giustizia sociale, al piano del lavoro a un'Europa sociale che sconfigga tutti i populismi sia quelli nuovi che quelli vecchi. La palude non siamo noi, alberga in altri palazzi".