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Catania

"Umiliata come donna e medico", parla la dottoressa violentata

22 settembre 2017 | 12.24
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''Sono profondamente sconvolta come donna, ma anche tanto come professionista. Direi quasi umiliata. Io sono qui perché voglio ribadire, per l’ennesima volta, che noi medici che ci prestiamo a lavorare la notte all’interno delle guardie mediche non possiamo essere più alla mercé del primo malintenzionato che decide di farci del male''. Lo ha detto, in un'intervista a 'Mattino Cinque', la dottoressa della guardia medica di Trecastagni, nel catanese, violentata dal 26enne Alfio Cardillo.

''Abbiamo delle telecamere che praticamente sono a circuito chiuso, cioè sono ridicole. Cioè a che cosa servono? Solo ad avere delle prove se è successo un delitto là dentro? Basterebbe utilizzare dei mezzi come una telecamera… cioè ricollegare quelle telecamere invece di essere a circuito chiuso in un sistema con sorveglianza remota, cosa che abbiamo chiesto, implorato e che non c’è stato dato, sicuramente, non dico che avrebbe evitato l’aggressione, quella una volta che io apro… succede. Però avrebbe limitato il danno, cioè immediatamente sarebbero arrivati i soccorsi. Io chiedo solo di fare il mio lavoro nel rispetto della mia e della dignità di medico, di tutti i medici".

Alla domanda se tornerà a lavorare all’interno della guardia medica, anche se fosse messa in sicurezza, la dottoressa ha risposto: ''Forse, ma al momento non so dare una risposta''.

Il 26enne arrestato il 19 settembre scorso, intanto, rimane in carcere. Lo ha stabilito il Gip Pietro Currò che accogliendo la richiesta della Procura ha convalidato l'arresto ed emesso un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per violenza sessuale, lesioni e sequestro di persona.

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