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Egitto: un anno da stragi manifestanti, proteste

14 agosto 2014 | 11.03
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Centinaia di sostenitori del presidente egiziano deposto Mohamed Morsi hanno bloccato stamani all'alba diverse strade al Cairo e a Giza a uno anno dall'intervento delle forze di sicurezza contro i sit-in dei sostenitori dell'ex presidente e dei Fratelli Musulmani intorno alla moschea Rabaa al-Adawiya, al Cairo, e a piazza Nahda, a Giza.

Egitto: un anno da stragi manifestanti, proteste

Centinaia di sostenitori del presidente egiziano deposto Mohamed Morsi hanno bloccato stamani all'alba diverse strade al Cairo e a Giza a uno anno dall'intervento delle forze di sicurezza contro i sit-in dei sostenitori dell'ex presidente e dei Fratelli Musulmani intorno alla moschea Rabaa al-Adawiya, al Cairo, e a piazza Nahda, a Giza. Lo riferisce il giornale egiziano Ahram Online. L'Alleanza nazionale a sostegno della legittimità, coalizione pro-Morsi, ha invitato i suoi sostenitori a protestare oggi a piazza Tahrir, Al-Adawiya e Nahda, per ricordare i fatti dello scorso anno.

Secondo Ahram Online, decine di sostenitori di Morsi hanno bloccato all'alba le principali strade di Giza e dato alle fiamme copertoni. La strada che collega la zona con il Cairo sarebbe stata già riaperta al traffico dopo l'intervento delle forze di sicurezza. Per le autorità del Cairo al momento non si registrerebbero comunque problemi nelle piazze del Cairo e di Giza.

Nella capitale, si legge, circa 200 sostenitori di Morsi si sono riuniti a piazza Halmia El-Zaitoun e hanno intonato slogan contro la polizia e l'esercito. A Nasr City circa 150 sostenitori dell'ex presidente hanno manifestato nei pressi della moschea El-Salam e intonato slogan contro il presidente Abdel Fattah al-Sisi, protagonista lo scorso anno della destituzione di Morsi.

Le forze di sicurezza, secondo lo stesso Ahram Online, hanno disperso una manifestazione nella zona di Mostafa El-Nahas. Proteste si sono registrate anche a Minya.

Due giorni fa Human Rights Watch ha diffuso un rapporto sulla strage di manifestanti nell'agosto dello scorso anno durante l'intervento delle forze di sicurezza contro il sit-in intorno alla moschea Rabaa al-Adawiya. Nel rapporto Hrw sostiene che al-Sisi, all'epoca dei fatti ministro della Difesa, andrebbe indagato per l'eventuale coinvolgimento in possibili crimini contro l'umanità, insieme -tra gli altri- al ministro dell'Interno Mohammed Ibrahim e al comandante delle forze speciali, Medhat Menshawy.

Secondo l'organizzazione nell'operazione del 14 agosto 2013 a Rabaa sono rimasti uccisi almeno 817 manifestanti, molto probabilmente un migliaio. Il rapporto è stato duramente criticato dalle autorità egiziane che nei giorni scorsi avevano impedito ai vertici di Hrw di entrare nel Paese. Stando al Consiglio nazionale egiziano per i diritti umani, controllato dal governo, almeno 600 manifestanti sono rimasti uccisi nelle operazioni delle forze di sicurezza sia a Rabaa che a piazza Nahda.

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