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Un lungometraggio per salvare l'Amazzonia, arriva nelle sale "Rio2"

14 marzo 2014 | 17.35
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Un lungometraggio per salvare l'Amazzonia, arriva nelle sale

La più grande foresta pluviale tropicale del mondo è uno dei luoghi più ricchi di biodiversità del Pianeta e ospita ben un decimo di tutte le specie conosciute, eppure la sua sopravvivenza e quella dei suoi abitanti è fortemente minacciata dall'attività umana. Per contribuire a salvare l'Amazzonia, arriva nelle sale italiane dal 17 aprile, distribuito da 20th Century Fox, ''Rio 2- Missione Amazzonia'', il nuovo lungometraggio animato in 3D dei Blue Sky Studios, già creatori della saga ''L'Era Glaciale''.

"Rio 2" invita tutti gli spettatori ad aiutare il Wwf a salvare la foresta adottando uno dei personaggi del film. Basta collegarsi al sito www.wwf.it/adottablu e scegliere di adottare il pappagallino Blu o le tante altre specie in pericolo. Frutto della mente creativa di Carlos Saldanha, il film racconta le avventure del pappagallo Blu e della sua compagna Gioiel, alle prese questa volta con una riunione di famiglia nella selvaggia Amazzonia. Qui Blu dovrà affrontare il suo ''nemico'' più temuto, il suocero, e sventare i piani di vendetta di Miguel, pennuto al soldo dei bracconieri.

Un decimo della intera biodiversità del Pianeta si trova nella foresta Amazzonica, la più grande foresta pluviale tropicale del mondo dove 6,7 milioni di chilometri quadrati di foresta si intrecciano con 100.000 km di corsi d'acqua creando un ecosistema unico. Ma l'Amazzonia è anche uno dei più importanti tasselli del complicatissimo mosaico del clima: regola l'umidità, mitiga le escursioni termiche, immagazzina Co2, come pochi altri sistemi del nostro pianeta.

Negli ultimi 50 anni abbiamo perso quasi un quinto di questo mondo di foreste, l'80% è stato 'mangiato' da pascoli per il bestiame, dalle coltivazioni di soia, dalla produzione di biocombustibili e, più in generale, dal consumo di risorse naturali. Il tasso di deforestazione in Amazzonia è il più elevato del mondo e le conseguenze sono devastanti per tante specie animali e vegetali, ma anche per molte comunità locali che dei prodotti della foresta e nella foresta vivono.

La distruzione degli habitat interagisce con il cambiamento climatico: fenomeni che potrebbero accelerare il ritmo di perdita della foresta pluviale, sostituita dalla savana, e trasformare l'Amazzonia in un emettitore netto di Co2, invece di essere il polmone che oggi assorbe il gas serra dall'atmosfera. L'Amazzonia è ancora un ''serbatoio di carbonio'', ma la deforestazione a sua volta provoca l'emissioni di anidride carbonica (circa il 20% a livello globale). Secondo alcuni scienziati, nel 2030 il 55% della foresta amazzonica potrebbe essere distrutta.

Per questo da diversi anni il Wwf promuove l'iniziativa "Living Amazon" per garantire che una foresta in piena salute continui a fornire i suoi servizi ecologici e culturali alle popolazioni locali, ai paesi dell'ecoregione e al mondo intero, in un quadro generale di equità sociale che comprenda anche lo sviluppo economico e la responsabilità a livello globale.

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