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Un 'ospedale-scuola' per migliorare la formazione

10 giugno 2019 | 08.20
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Formare un medico in Italia costa ogni anno circa 350mila euro. Soldi che non si trasformano in un investimento perché spesso, sempre più laureati in Medicina scelgono di specializzarsi all’estero a beneficio di Paesi e pazienti stranieri. Migliorare la formazione in Italia però si può. Ne è convinto Pierluigi Marini, presidente dell’Acoi - Associazione dei chirurghi ospedalieri Italia- che da Matera, città in cui sono in corso i lavori del 38esimo congresso nazionale dell’Associazione, lancia una proposta che coinvolga ospedali e scuole di specializzazione. Si chiama "L'ospedale - scuola" il progetto che intende aiutare l’incontro tra il mondo universitario e ospedaliero.

“Presenteremo il progetto del distretto formativo per riportare delle garanzie sugli standard formativi che servono ai chirurghi in Italia per rendere nuovamente attrattiva questa professione. È un progetto di integrazione totale, come sta avvenendo in altre realtà di Europa”, dichiara Pierluigi Marini, presidente dell’Acoi.

“Avere buoni chirurghi vuol dire dare delle prestazioni standard chirurgiche a tutte le latitudini in Italia perché sta succedendo un fenomeno molto brutto per i pazienti: ci sono delle regioni dove i pazienti sono costretti al turismo sanitario quindi noi avremo di avere pazienti di serie A, serie B, e serie C a seconda della zona in cui nascono”.

È necessario, è stato spiegato nel corso dei lavori, garantire volumi clinici necessari per la formazione chirurgica e soprattutto certificati da una registrazione certificata con cui si tracciano tutte le attività. “Ci servono grandi volumi, che stanno dentro i nostri ospedali, uniti alla didattica: le due cose insieme devono essere integrate”, ha aggiunto Marini che punta l’attenzione anche sui bisogni del distretto formativo di disporre di una casistica chirurgica che consenta di dedicare almeno 1300 interventi chirurgici annui all’attività di formazione di 3 medici per anno di corso, da incrementare in base alle evoluzioni.

Per farlo è necessario cambiare lo stato giuridico del medico specializzando all’ultimo anno di formazione per dargli maggiore autonomia nel percorso formativo e agevolare il suo ingresso in sala operatoria. Il progetto, è stato detto, deve essere modulato in base ai fabbisogni regionali.

“Cambiare il profilo giuridico degli specializzandi è necessario perché devono gradualmente avvicinarsi alla autonomia professionale- ha chiarito il presidente Acoi - dobbiamo avere condivisi programmi formativi per garantire il massimo degli skill ai chirurghi” e nello stesso tempo “una chirurgia garantita ai pazienti”.

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