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Medicina: una morte ogni 20 minuti per diabete, decessi in aumento

11 febbraio 2015 | 18.35
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In Italia circa 27.000 persone fra i 20 e i 79 anni muoiono ogni anno a causa del diabete. Si tratta di un dato ampiamente sottostimato, sia perché non tiene conto delle fasce di età più avanzate, sia perché molti decessi per cause cardiovascolari, cerebrovascolari e per tumore sono in realtà da attribuire al diabete

Medicina: una morte ogni 20 minuti per diabete, decessi in aumento

In Italia circa 27.000 persone fra i 20 e i 79 anni muoiono ogni anno a causa del diabete, il che equivale a un decesso ogni 20 minuti. Si tratta di un dato ampiamente sottostimato, sia perché non tiene conto delle fasce di età più avanzate, sia perché molti decessi per cause cardiovascolari, cerebrovascolari e per tumore sono in realtà da attribuire al diabete. E se la mortalità per tumori e malattie cardiovascolari è in diminuzione, quella per diabete cresce dell'1,1% all'anno fra gli uomini e dell'1,3% fra le donne. Sono i dati contenuti nell'Italian Barometer Diabetes Report 2014, prodotto dall'Italian Barometer Diabetes Observatory (Ibdo) Foundation e presentato questa mattina al ministero della Salute.

Oltre a ridurre l'aspettativa di vita di 5-10 anni, il diabete è responsabile di complicanze serie e invalidanti. Dal 60% all'80% delle persone affette da diabete muoiono a causa di malattie cardiovascolari. Queste sono da due a quattro volte più frequenti nelle persone con diabete, rispetto a quelle senza, di pari età e sesso, e sono soprattutto le complicanze più gravi, quali infarto, ictus, scompenso cardiaco e morte improvvisa, a colpire più spesso chi ha il diabete.

La retinopatia diabetica costituisce la principale causa di cecità legale fra i soggetti in età lavorativa ed è inoltre responsabile del 13% dei casi di handicap visivo. Circa un terzo delle persone con diabete è affetto da retinopatia e ogni anno l'1% viene colpito dalle forme più severe di questa malattia. Sulla base delle stime che danno in continuo aumento la percentuale sulla popolazione di persone con diabete, e considerando che il 3-5% di queste è soggetto a retinopatia ad alto rischio, 90.000-150.000 cittadini italiani sono a rischio di cecità, se non individuati e curati in tempo.

Il 30-40% di chi soffre di diabete di tipo 1 e il 5-10% dei pazienti con diabete di tipo 2 sviluppano insufficienza renale terminale dopo 25 anni di malattia. In Italia oltre il 10% della popolazione dializzata è affetta da diabete e la percentuale sale a oltre il 30% nella fascia di età fra 46 e 75 anni. L'aspettativa di vita di un paziente in dialisi è inferiore di un terzo rispetto a un soggetto di pari età, sesso e razza, ed è di circa 9 anni se la dialisi inizia attorno ai 40 anni e di poco più di 4 se inizia a 59 anni.

Le complicanze agli arti inferiori, legate sia al danno vascolare sia a quello neurologico, aumentano con l'età fino a interessare più del 10% delle persone con diabete oltre i 70 anni. Il 15% di chi ha il diabete sviluppa nel corso della vita un'ulcera agli arti inferiori, e un terzo va incontro ad amputazione. Il tasso di mortalità nelle persone con diabete è doppio in presenza di tali complicanze e il 50% di chi subisce un'amputazione maggiore va incontro a morte entro 5 anni.

"La pubblicazione dell'Italian Barometer Diabetes Report - ha spiegato Renato Lauro, presidente dell'Ibdo Foundation - risponde all'esigenza di avere un quadro che segnali con puntualità i progressi realizzati da Istituzioni e comunità scientifica nella lotta al diabete nel nostro Paese".

Il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo ha richiamato "il massimo impegno del ministero della Salute nella lotta alla malattia diabetica, sia attraverso programmi specifici, come previsto dal Piano nazionale sulla prevenzione, sia attraverso la promozione di stili di vita salutari, prevista dal programma 'Guadagnare Salute', che ha come obiettivo la maggiore diffusione possibile di scelte di vita salutari. Si tratta di interventi intersettoriali tesi a coinvolgere tutti i protagonisti di quella filiera complessa che è il sistema salute, per raggiungere obiettivi ambiziosi quali il migliorare la qualità della vita, diminuire il numero delle cronicità e trasferire il conseguente risparmio dei costi dalla cura alla prevenzione".

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