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Droga: super-cannabis causa 1 caso di psicosi su 4, studio in Gb

16 febbraio 2015 | 13.30
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Oltremanica uno studio durato 6 anni riapre il dibattito sulla tendenza a liberalizzare o depenalizzare la sostanza. Gli esperti avvertono: "C'è la 'skunk', versione potenziata della droga, dietro il 24% delle nuove diagnosi di psicosi". E in Italia gli psichiatri della Sopsi lanciano l'Sos giovani: fra i ragazzi dai 10 ai 19 anni aumentano le psicopatologie provocate da abuso di alcol e sostanze stupefacenti "

Droga: super-cannabis causa 1 caso di psicosi su 4, studio in Gb

Un quarto dei nuovi casi di malattie psicotiche, come la schizofrenia, potrebbe essere direttamente associato al consumo di 'super-cannabis' : varietà extra-forti della sostanza, dette 'skunk', con livelli di tetraidrocannabinolo pari al 15% contro il 4% delle versioni tradizionali. Fumarle ogni giorno può quintuplicare il rischio di psicosi rispetto ai non utilizzatori. I dati arrivano da uno studio inglese durato 6 anni, condotto dall'Institute of Psychiatry, Psychology & Neuroscience del King's College di Londra e in pubblicazione su 'Lancet Psychiatry'.

Secondo gli autori c'è la "necessità urgente" di fare educazione sui pericoli legati a questo tipo di stupefacenti. Soprattutto considerando il fatto che nuove varietà di cannabis, 2 volte ancora più potenti di quelle disponibili nel Regno di Sua Maestà, sono già state sviluppate nei Paesi Bassi. E così i risultati della ricerca, ripresi online da vari media britannici, riaprono il dibattito tra sostenitori e oppositori della depenalizzazione. Il segretario di Giustizia Chris Grayling afferma che i nuovi risultati sono un argomento che pesa contro. E anche il liberaldemocratico Norman Baker, ex sottosegretario agli Interni con delega alle politiche sulla droga, fautore del progetto di depenalizzazione della cannabis, riflette sull'opportunità di una nuova classificazione per la skunk.

Analizzando circa 800 adulti della zona sud della capitale sul Tamigi, metà dei quali trattati di recente per un primo episodio psicotico, è emersa un'incidenza della schizofrenia doppia rispetto alla metà degli anni '60. Un trend largamente ritenuto correlato al consumo di droga. Benché in generale l'uso di cannabis in Gb sia sceso del 40% negli ultimi 10 anni, infatti, tra gli utilizzatori è aumentata nettamente la potenza della sostanza fumata. Un elemento che, insieme alla frequenza d'impiego, gioca secondo i ricercatori un ruolo cruciale nello sviluppo di problemi mentali.

In particolare, gli autori dello studio hanno concluso che fumare super-cannabis è un "forte predittore" di patologie psicotiche nelle persone valutate, e che il 24% dei nuovi casi di psicosi diagnosticati nella zona di Londra oggetto dell'indagine possono essere attribuiti alla skunk. "La tendenza mondiale alla liberalizzazione della cannabis - riflettono gli studiosi guidati da Marta Di Forti - evidenzia ancora di più la necessità urgente di sviluppare interventi di educazione pubblica per informare, soprattutto i giovani, sui rischi delle varietà più potenti di cannabis".

L'insidia non risparmia il nostro Paese, secondo gli esperti della Sopsi (Società italiana di psicopatologia) che lanciano l'Sos in vista del loro 19° Congresso nazionale, in programma dal 23 al 26 febbraio a Milano: "Tra i giovani dai 10 ai 19 anni aumentano le psicopatologie provocate da abuso di alcol e sostanze stupefacenti". "In questi ultimi anni - testimonia lo psichiatra Carlo Altamura - tra i ragazzi che non hanno ancora compiuto 20 anni si registra un numero sempre più elevato di domande di aiuto per ansia e disturbi depressivi, spesso accompagnati da eccesso di alcol e droghe. Dobbiamo porre un freno a questa pericolosissima deriva e rinforzare le strategie volte a migliorare la salute e il futuro delle giovani generazioni. E questo può avvenire solo grazie ad assistenza e cure mirate".

"L'assunzione di droghe - avverte Altamura, ordinario di Psichiatria all'università degli Studi di Milano e direttore del Dipartimento di Neuroscienze e Salute mentale della Fondazione Irccs Policlinico del capoluogo lombardo - oltre agli effetti immediati provoca gravi danni al cervello e, nelle persone predisposte, aumenta fino a 5 volte il rischio di sviluppare gravi malattie psichiatriche, come schizofrenia e disturbo bipolare". Patologia che "solo in Italia colpiscono circa 2 milioni di persone".

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